GAETA – Finora la maggioranza Mitrano era stata come un orologio svizzero. Bilanci di previsione approvati con largo anticipo, addirittura entro l’anno solare precedente, e rendiconti portati in aula sempre entro i termini. Certo in questi anni non è mancata la rotazione degli assessori, una in particolare, quella di Giovanni Balletta forse un po precoce, ma tutto sommato il cambio delle deleghe (Ultimi entrati gli assessori Ridolfi e Lucreziano) aveva assicurato gli equilibri interni.
Ma gli eventi sono precipitati negli ultimi mesi. A pochi giorni dalla scadenza dell’approvazione del rendiconto 2014,non è stato infatti convocato ancora il consiglio comunale per l’approvazione, inadempimento che comporta in prima battuta la diffida del prefetto e successivamente lo scioglimento del comune. Temporeggiamento dovuto a questioni tecniche? La partita questa volta si sarebbe complicata per l’impuntatura di 3, forse 4 consiglieri di maggioranza. Sta di fatto che il sindaco non avrebbe in questo momento i numeri per presentarsi in consiglio comunale.
Lo scontro, interno al suo stesso partito, Forza Italia e all’Udc, in realtà viene da dissapori lunghi sei mesi e mai sopiti. Come quando a novembre, in sede di assestamento di bilancio, gran parte della maggioranza rimase in piazza XIX Maggio ed il sindaco fu costretto a riconvocare la seduta. Motivo contingente furono le tante storture imputate al concorso dei vigili. Ma ad oggi quel concorso non è mai stato annullato e così alcuni consiglieri tornano alla carica. Chiedono trasparenza, democraticità nelle decisioni ed azzeramento degli incarichi. Minacciano altrimenti di fare ulteriori passi verso il “non ritorno”.
Le accuse sono risuonate a volume piuttosto alto nei giorni scorsi attraverso i corridoi del palazzo municipale. Momento piuttosto delicato sottolineato anche dal passaggio delle deleghe del pensionando dirigente Antonio Zangrillo alla dirigente Veronica Gallinaro e da questa alla funzionaria Tallini fino a fine anno. Ci sono poi questioni di grande respiro come la bonifica Eni e l’ex Avir rimaste ad oggi insolute. Difficile pensare ad una stampella delle forze di opposizione, anche se i contatti, non mancherebbero. senza un accordo, la maggioranza rischia di rimanere a 7 consiglieri.
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