SPERLONGA – A due mesi dai clamorosi arresti, l’operazione “Tiberio” potrebbe conoscere in questi giorni la svolta più importante: il Gip del tribunale di Latina Giuseppe Cario deciderà se accogliere o meno la richiesta del sostituto procuratore Valerio De Luca di far svolgere il processo con il rito immediato nei confronti del sindaco di Sperlonga e due volte presidente della Provincia Armando Cusani, il principale imputato di un’organizzazione in grado di pilotare l’esito di alcuni appalti pubblici a Sperlonga ma anche a Priverno e a Maenza.
Se venisse accolta la richiesta della Procura nei confronti di Cusani, alla luce di un quadro probatorio cristallizzato e arricchito dalle dichiarazioni dell’imprenditore di Nettuno Giuseppe Ferrazzano, la difesa del sindaco di Sperlonga potrebbe chiedere a quel punto l’attenuazione della misura detentiva o addirittura la sua revoca in vista dello svolgimento del processo quando dovrà difendersi – caduta l’ipotesi dell’associazione a delinquere – dalle accuse di turbativa d’asta e corruzione.
La strategia difensiva del (sospeso) sindaco di Sperlonga sta percorrendo un’altra strada, quello del ricorso presentato in Cassazione contro il provvedimento del Tribunale del Riesame che a fine gennaio ha confermato il castello accusatorio contenuto nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Cario nei riguardi di Cusani e di altre nove persone tra dirigenti del comune di Sperlonga, Prossedi e Priverno e imprenditori. Le motivazioni del giudici della Libertà, Laura Previti, Maria Teresa Cialoni e Imma Imperato, avevano descritto “la totale ingerenza del sindaco Cusani sulle singole pratiche ma anche sulle modalità e priorità dell’ufficio comunale. La costante presenza al fianco di Faiola (il precedente sindaco facente funzioni prima del voto amministrativo del giugno 2016,ndr) in un momento in cui non rivestiva alcuna carica pubblica evidentemente nulla ha a che vedere con una forma di controllo generalizzato e astratto che compete a un uomo politico locale come sostenuto dallo stesso Cusani».
Il Riesame aveva rimarcato, in particolare «la condizione nella quale i dipendenti del Comune di Sperlonga lavorano, di totale soggezione al Cusani, ai suoi personali interessi e alle sue priorità». In merito alla conferma della detenzione restrittiva, la motivazione è stata categorica: «Solo l’arresto è in grado di interrompere qualsiasi contatto al fine di impedire che il Cusani possa perseguire ulteriormente i propri illeciti dando indicazioni». Intanto è tornato completamente in libertà, dopo aver beneficiato dei domiciliari, l’imprenditore di Nettuno Mauro Ferrazzano, uno dei dieci indagati nell’ambito dell’operazione “Tiberio”.
Il gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario ha accolto la richiesta dei suoi legali secondo i quali non sussistono le esigenze per la sua detenzione che si sono attenuate anche per le dichiarazioni confessorie dell’indagato che davanti il sostituto Valerio De Luca aveva chiamato in causa anche gli altri arrestati offrendo nuovi elementi nuovi all’inchiesta tuttora in corso.
Saverio Forte