FORMIA – Incredulità, sbigottimento e tanta rabbia. Con questi univoci sentimenti la comunità del quartiere di Castellone ma dell’intera città di Formia hanno commentato il furto sacrilego avvenuto nel pomeriggio di domenica all’interno della chiesa parrocchiale ed ex Cattedrale di S.Erasmo. I ladri hanno asportato due teche, una legno, la seconda in metallo, che raccoglievano alcune reliquie del Vescovo di Antiochia, patrono delle città di Formia e Gaeta e dell’intera Arcidiocesi del Golfo. I malviventi sapevano dove mettere le mani. Lo ha confermato il parroco, don Alfredo Micalusi, che, dopo aver celebrato intorno alle 15 un funerale, si è diretto subito dopo nella vicina canonica per un breve riposo in attesa di assolvere agli altri impegni domenicali e di curare, in serata, l’organizzazione, in serata, di un incontro testimonianza con una religiosa di Caserta impegnata nel recupero di donne immigrate ridotte in schiavitù.
Quanto si è verificato in poco meno di mezzora lo stanno cercando di ricostruire i Carabinieri della Compagnia di Formia. La chiesa era aperta, la statua lignea raffigurante il Santo Patrono sistemate a lato dell’altare in vista della festività patronale di venerdì prossimo che i ladri, introdotti indisturbati, hanno portato via due reliquari, sistemati sull’altare stesso e in un cappella che nel resto dell’anno ospita l’immagine del Patrono di Formia. Il furto è avvenuto complice l’assenza, in quel frangente, di fedeli ma ha destato stupore soprattutto per il valore simbolico e religioso che lega la comunità di Castellone a Formia ai resti mortali di S.Erasmo martirizzato il 2 gennaio del 303 dopo Cristo per ordine dell’imperatore Diocleziano. Le immagini dei Carabinieri non sono facili perché la chiesa non è dotata di un sistema di videosorveglianza, non ultimato – pare – per le tradizionali ristrettezze economiche.
Saverio Forte