FORMIA – Divisi su tutto. Il consiglio comunale di Formia ha bocciato ieri sera la proposta di Acqualatina di istallare all’interno del Molo Vespucci quattro dissalatori in grado di fornire acqua dolce per 15 litri al secondo, per un totale di 60 litri. Il contrasto è emerso fin dai primi minuti quando il sindaco Sandro Bartolomeo nella sua introduzione ha citato l’intervista rilasciata al quotidiano “Il Messaggero” dal biologo marino Adriano Madonna, nella quale sono spiegate le conseguenze nefaste, fino alla cancellazione di ogni forma di vita, che provoca l’immissione in mare della salamoia, scarto di produzione del dissalatore. Ma anche a terra la rumorosità degli impianti sarebbe causa di forti disagi per la popolazione della fascia costiera.
Un impatto ambientale che i vertici societari di Acqualatina hanno cercato di sminuire attraverso la presenza in aula del direttore tecnico Ennio Cima e del consulente Paolo De Girolamo, professore associato dell’università “La Sapienza” specializzato in costruzioni marittime. Quest’ultimo, pur ammettendo la presenza della preziosa “Posidonia” sui fondali, ha però cercato di circoscrivere gli effetti e l’area oggetto di inquinamento. Il nervosismo tra le parti si è poi acuito quando l’ingegner Cima ha tentato di dettare i tempi del consiglio comuale, suscitando le proteste dei consiglieri e la ferma reazione del presidente dell’aula Alessandro Zangrillo. Fuoco di fila a cui si sono aggiunte le bordate di un pubblico sfiduciato per il dramma quotidiano vissuto, quando l’ingegnere ha reso noti i dati impietosi sulle perdite della rete idrica: la media è del 58% nell’intero Ato 4 e del 68% nel solo Sud Pontino contro il 48% di Roma. Dati che la dicono lunga su come si è operato in questi anni.
“E’ una inadempienza conclamata – ha detto il consigliere Maria Rosaria Battaglia. Potremmo come Comune proporre in conferenza dei servizi, di chiedere ad Acqualatina cosa ha fatto; di accedere agli atti per vedere come sono stati spesi i soldi; attivare anche i poteri di controllo e sostitutivi. Possiamo coinvolgere i comuni in questa funzione di controllo. Io sollecito anche la possibilità, con l’Avvocatura, di adottare ordinanze che possano imporre ad Acqualatina determinate attività. Incastriamo Acqualatina alle sue responsabilità”. La proposta, raccolta dal presidente del consiglio Alessandro Zangrillo è stata poi sintetizzata in un documento letto dal capogruppo del pd Ernesto Schiano e votato dai 15 consiglieri (maggioranza, Forza Italia (picano e e taddeo), Zannella e Delle donne) rimasti in aula. Nella conferenza dei servizi di lunedì 17 luglio il comune di Formia esprimerà dunque voto contrario all’istallazione dei dissalatori.
Ernesto Schiano legge il documento contro i dissalatori
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Il sindaco Sandro Bartolomeo motiva il no ai dissalatori