GAETA – Costretta – a suo dire – a subire pesanti avance sessuali all’interno di uno studio dentistico del distretto 5 dell’Asl di Latina presso l’ospedale “Monsignor Luigi Di Liegro” di Gaeta. Ma di lei, la presunta vittima, di nazionalità rumena, ora 25enne, si sono perse letteralmente tracce al punto che nell’udienza inaugurale del processo non si è nemmeno costituita parte civile. Con questo primo colpo di scena è iniziato davanti il Tribunale di Cassino l’atteso dibattimento in cui è imputato per violenza sessuale continuata un dentista di Formia, dipendente dell’Asl di Latina, di 59 anni.
I fatti risalgono all’8 e al 25 agosto 2014 quando il professionista, ora difeso dall’avvocato Francesco Ferraro, visitò la paziente, che, disoccupata, sosteneva di essere perseguitata da una fastidiosa carie, presso il poliambulatorio Asl di Santi Cosma e Damiano dove l’uomo aveva prestato una normale consulenza odontoiatrica. Alla donna vennero prescritte una cura relativa e la data della successiva visita, il 25 agosto presso i più attrezzati laboratori dell’ospedale “Di Liegro” di Gaeta. La difesa del dentista imputato nelle memorie presentate al magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Beatrice Siravo, ha subito sostenuto come la presunta vittima abbia chiesto specificatamente di essere visitata dal dentista formiano che l’aveva conosciuto a San Cosma e Damiano.
Quel giorno di pazienti in attesa c’erano tanti, la rumena avrebbe potuto risolvere i suoi problemi odontoiatrici in brevissimo tempo. E, invece, attese il suo turno. Quando arrivò azionò il registratore del suo telefonino e cominciò a memorizzare l’audio di quella visita… L’imputato – secondo quanto ha raccontato la rumena nella querela presentata dall’avvocato Franco Martellucci – avrebbe tentato un rapporto intimo infilando una banconota di 50 euro nel reggiseno della rumena che quel giorno indossava una camicetta bianca attillata. Dopo l’iniziale corteggiamento, avrebbe tentato di baciarla prendendole con forza i polsi di entrambe le mani. Secondo la difesa questa ricostruzione è fantasiosa. Innanzitutto l’ingresso dell’ambulatorio dentistico in cui operava il 59enne formiano era tranquillamente aperto e nell’effetto sonoro si ascoltano le voci di alcuni infermieri che entravano ed uscivano da quello studio chiedendo al medico se avesse avuto “bisogno di una mano”.
Non convincerebbe neppure la tesi che l’uomo le avrebbe stretto i polsi nel tentativo di baciarla . Ai Carabinieri non fu consegnato alcun referto medico (insieme alla querela) attestante la presenza di ecchimosi e di escoriazioni agli arti inferiori. E poi la presunta scena boccaccesca della banconota di 50 euro infilata nel reggiseno della 25enne rumena. Il medico ha confermato di averle dato quel danaro ma solo perché le procurava un senso di compassione per non avere un lavoro. E il reggiseno? Il dentista ha ricostruito la scena: “La consegna c’è stata quando la paziente aveva entrambe le mani alzate…”
Insomma ricostruzioni contradditorie che il Pm Siravo nell’udienza già fissata per il prossimo 14 novembre ha chiesto che la presunta vittima venga in aula a confermare quanto raccontato nella denuncia querela presentata dopo il presunto approccio sessuale in ospedale.
Saverio Forte