FORMIA – Forse si è aperto uno spiraglio per evitare, sul filo di lana, la ventilata chiusura dell’agenzia delle Entrate di Formia. L’omonima direzione regionale del Lazio aveva pubblicato tra gennaio e luglio di quest’anno due indagini di mercato, la prima riservata al territorio comunale di Formia e la seconda aperto al resto del sud-pontino per individuare un fabbricato – disponibile o da costruirsi entro 18 mesi dalla conclusione della selezione- per una superficie compresa tra 1.368 e 1.520 metri quadrati nel caso di immobile preesistente e tra 912 e 1368 metri quadrati nel caso di immobile di nuova costruzione o soggetto a ristrutturazione integrale. L’intento era di trasferire l’attuale sede dell’Agenzia delle Entrate, che serve un bacino di utenza di 100mila persone residenti in 14 comuni, al posto di quella attuale, operativa da ben 15 anni, affittata con un contratto oneroso, in una struttura di via Spaventola alle prese – si vocifera – con problemi di agibilità.
Al primo bando non aveva risposto nessuno, al secondo i soli comuni di Gaeta e Fondi proponendo rispettivamente l’ex Tribunale di Calegna e una struttura attigua al Mof. Ora il mondo politico-istituzionale del comprensorio è uscito allo scoperto e, dopo le critiche ricevute, ha sostenuto di non essere stata informato dai vertici regionali dell’Agenzia delle Entrate. Lo hanno dichiarato i sindaci di Formia, Gaeta e Minturno, Sandro Bartolomeo, Cosmo e Mitrano e Gerardo Stefanelli che, unitamente al presidente del consorzio di sviluppo industriale del sud pontino, Salvatore Forte, hanno chiesto un incontro urgente alla direzione regionale delle Agenzie delle entrate per individuare le necessarie soluzioni alternative, nel reperire aree o immobili idonei. Una soluzione il comune di Formia l’avrebbe suggerita proprio al consorzio industriale: l’ex cravattificio “Gino Pompei”, che diventato di proprietà del Cosind, dista poche centinaia di metri dall’attuale sede dell’Agenzia delle Entrate. L’immobile versa, però, da oltre vent’anni in una situazione di abbandono e questo stato dei fatti, unitamente agli innegabili investimenti di natura economica, hanno impedito sinora il trasferimento anche dell’attiguo commissariato di Polizia.
Intanto sono state presentate al comune di Formia dai consiglieri di opposizione Antonio Di Rocco e Mattia Zannella due interrogazioni al sindaco e all’assessore alle Attività Produttive per chiedere i dovuti chiarimenti in ordine ad un ventilato trasloco che “lascerebbe scoperto tutto il sud della provincia e carente di un servizio consolidato negli anni. Se venisse confermato, continuerebbe lo “svuotamento” della nostra zona in primis e di tutto il litorale che vede privarsi sempre più di tanti servizi. E’ importante agire subito – suggerisce Zannella – penso sia indispensabile un’azione congiunta dei comuni del Golfo e auspico l’intervento di tutti gli amministratori soprattutto quelli che rappresentano il sud-pontino nelle massime istituzioni perché si attivino per contrastarla e far ritornare indietro su questa decisione spero presa da burocrati (e non dovuta a “scambi” politici) che non hanno valutato bene le ripercussioni della stessa. Nei confronti del provvedimento della direzione regionale delle Agenzie delle Entrate sono in rivolta le associazioni professionali. Quella dei commercialisti e degli esperti contabili di Cassino su tutte.
Il consigliere dell’Ordine e delegato ai rapporti con gli Enti, Maurizio Palmaccio, considera l’eventuale trasferimento dell’Agenzia delle Entrate di Formia “sciagurato ed improponibile”, una decisione che “arrecherebbe forti disagi non solo ai professionisti del settore ma anche e soprattutto a tutti i singoli cittadini residenti sul territorio del Golfo”. Da qui un appello alla politica ad evitare un “disastro, di cui non se ne vede la necessità né l’opportunità. Da parte sua il sindaco di Formia Bartolomeo ha esternato la preoccupazione degli 80 dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di via Spaventola: “Hanno dichiarato il loro sconcerto per una decisione di cui non erano stati informati, né direttamente né tramite le organizzazione sindacali di categoria. Spostare l’Agenzia delle Entrate dal territorio del Comune di Formia significa in primo luogo punire l’utenza di tutto il territorio che usufruisce delle funzioni dell’Agenzia stessa.
Ci auguriamo che questa decisione, che a noi pare oltremodo disfunzionale, possa essere rivista e dichiara la propria disponibilità a collaborare per la ricerca di una soluzione. Abbiamo indetto un incontro cui sono stati invitati, insieme alle istituzioni del territorio, rappresentanti dei dipendenti e rappresentanti delle categorie produttive e professionali dell’intero comprensorio”.
Saverio Forte