GAETA – Due riconoscimenti importanti e qualificanti per Alessandro Izzi in questo mese di ottobre. Il primo è la vittoria del prestigioso premio Lago Gerundo nella sezione saggistica edita e inedita. Ad aggiudicarsi il premio intitolato ad Ambrogio da Paullo è stato, infatti, il saggio “Le strategie dell’oblio. Percorsi e ricorsi nel cinema italiano sulla Shoah dal 1945 al 2016” (edizioni Universitalia, 2017), una complessa ricognizione sul rapporto che lega il nostro cinema al tema della Shoah da L’ebreo errante di Goffredo Alessandrini a La vita è bella di Roberto Benigni, tra memoria e oblio, nel tentativo di comprendere come l’amnesia collettiva dell’immediato dopoguerra e la ridondanza della memoria degli ultimi anni siano in realtà due poli di uno stesso problema.
Il saggio ha convinto l’autorevole giuria del premio non solo per “il pregio professionale della competenza filmica che l’autore dimostra di possedere” (come si legge nelle motivazioni del premio), ma anche per la “capacità e competenza analitica dello specifico filmico e delle problematiche culturali e politiche connesse, che sanno percorrere puntualmente tutto ciò che il cinema italiano ha prodotto, opera per opera e si può dire sequenza per sequenza”. Grazie al ricorso a una complessa filmografia che opera su oltre un centinaio di titoli, il libro rintraccia all’interno della cultura italiana, operante su più livelli, una generale tendenza alla rimozione, alla dimenticanza tanto più forte quanto più si avvicina al cuore delle responsabilità nazionali che non si fermano alla sola promulgazione delle leggi razziali del 1938 da più parti viste come una mera concessione alla prossima alleanza dell’Italia con la Germania nazista.
Una tesi, sottolinea Cesare Milanese ancora nelle motivazioni, estrema, “ma è quest’aspetto che ne costituisce la peculiarità e la singolarità, cui però, va aggiunto, si associa il pregio di una rilettura di tutto il cinema italiano nel dopoguerra, e non solo del cinema, che giustamente può far parte dei libri da collocare negli scaffali importanti, sia della storia del cinema e sia della storia dedicata alla tragicità della storia stessa intestata al capitolo della Shoah”.
È invece di sabato 21 il conseguimento di una Segnalazione speciale della Giuria da parte di “Come seme sotto raffiche d’inverno” l’antologia di racconti (edita da Giovane Holden) che Alessandro Izzi ha dedicato alla Gaeta della fine della seconda guerra mondiale.
La giuria dell’associazione Culturale Scriviamo insieme presieduta da Vittorio Scatizza ha così motivato la sua scelta: “Alessandro Izzi propone un’opera breve: nove racconti come altrettanti quadri, tutti dedicati all’atrocità della guerra vista da angolature personali attraverso gli occhi di personaggi via via diversi. I rimandi sono al passato recente della grande guerra, ma a pensarci bene, ogni racconto potrebbe essere invero ambientato in Siria o in Sudan o in qualunque altra parte del mondo dove morte e atrocità sono il pane quotidiano. Perché oggi noi tutti viviamo una qualche guerra che direttamente o no ci colpisce. Anche se precariamente al riparo, siamo al fronte. Inutile farsi illusioni”.
Il premio è stato consegnato a Roma, a palazzo Falletti, in quella stessa via Panisperna che, come vuole lo strano gioco delle coincidenze del destino, tanta parte ha avuto nel disegnare le sorti della seconda guerra mondiale.