FORMIA – Ad Acqualatina interessa davvero poco che il comune di Formia abbia deciso di ricorrere al Tar contro la sempre possibile installazione nella zona di Molo Vespucci degli impianti di dissalazione. Costano di meno rispetto all’approvvigionamento idrico delle navi cisterna e delle stesse autobotti. A sostenerlo in un’intervista video di Saverio Forte è niente meno che il responsabile del settore tecnico dell’ente gestore, Ennio Cima, dopo che nel mirino dell’avvocatura del comune di Formia sono finiti gli atti della segreteria tecnica operativa dell’Ato 4 che, concludendo il 2 ottobre la conferenza di servizio, ha approvato il progetto esecutivo per la fornitura e realizzazione dell’impianto di dissalazione temporaneo nella zona di Molo Vespucci di Formia.
La decisione del Comune di ricorrere al Tar è “figlia” di una determina del braccio tecnico dell’Ato 4 che il 23 ottobre aveva deciso di proseguire l’iter per l’installazione dei dissalatori quando, invece, il 18 luglio scorso l’assemblea dei sindaci dello stesso ambito territoriale, su impulso dell’amministrazione formiana, aveva stralciato all’unanimità i dissalatori dal piano per l’emergenza idrica. Per Acqualatina l’installazione dei dissalatori non presuppone, da parte della Regione Lazio, della valutazione di impatto ambientale. Insomma il mare del Golfo è compatibile ad ospitare questi impianti sulla scorta della recente sentenza del Tar che nel merito aveva concesso il via libera per l’installazione di quelli già in funzione a Ventotene.
Il ricorso del comune invece stigmatizzava profondamente anche il doppiogiochismo della Regione che nel 2010 con una legge ad hoc dichiarava il Golfo di Gaeta area sensibile sotto il profilo ambientale e quest’estate invece aveva espresso parere favorevole per l’installazione dei tanto temuti dissalatori nonostante i suoi scarti sono considerate acque reflue e, dunque, industriali. Ma il problema è soltanto economico e Acqualatina vuole andare avanti perchè, dopo il decreto con cui il governo Gentiloni ha proclamato quest’estate lo stato di emergenza anche a favore del sud pontino, ha beneficiato di un finanziamento per un milione e mezzo per i dissalatori. L’ente gestore non lo dice e non dirà mai ufficialmente ma attenderà che cambi il corso politico al comune di Formia per rendere esecutivo quanto deciso dalla conferenza dei servizi, una scelta, discutibile, che l’amministrazione Bartolomeo giunta al capolinea intende comunque portare all’attenzione dei giudici amministrativi.
Saverio Forte
Intervista all’ing. Ennio Cima
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