FORMIA – “Una recente ricerca del gruppo editoriale Gedi, apparsa sui maggiori quotidiani nazionali, ha reso percettibile la vastità della ludopatia in Italia. I suoi abitanti, nel 2016, hanno speso 95 miliardi di euro per tutte le forme di gioco, di cui la metà per slot e videolottery. Le slot (dette AWP in gergo) sono quelle che si trovano anche nei bar e dai tabaccai; le videolottery (VLT) si trovano solo nelle sale gioco. La parte più interessante della ricerca è stato l’approfondimento dei dati a livello comunale, cosicché ogni comunità ha potuto conoscere la propria virtuosità. Chi scrive è andato a curiosare tra i dati del territorio del golfo di Gaeta”. E’ quanto scrive il Partito democratico del Golfo in un comunicato a firma di Ing. Marcello Di Marco (Unità Tematica Territorio-Ambiente), Avv. Patrizia Menanno (Unità Tematica Legalità – Sicurezza) Dr. Francesco Carta (Coord. Circolo “Piancastelli – Diana”).
“Formia è la città in cui si gioca di più: 1388 euro ad abitante residente, per un totale di 52,8 milioni di euro nel 2016. Il suo trend è in forte crescita, perché aumentato del 13,2% rispetto al 2015. Anche a Minturno si gioca forte: 1258 euro per abitane residente, per un totale di 24,84 milioni di euro. Il trend di Minturno è pero in decrescita, perché diminuito del 7,2% rispetto al 2015. Gaeta tra le città del golfo appare la più virtuosa: 548 euro per abitante residente, per un totale di 11,2 milioni di euro. Il trend delle giocate è in leggera crescita, pari all’1,6% rispetto al 2015.”
“I dati della ricerca contengono anche quante postazioni di gioco ci sono ogni 1000 abitanti e da essi emerge che Minturno è la più inflazionata con 9,9 ogni 1000 abitanti. Diversa è risultata la loro redditività: a Formia ogni postazione rende circa 175.000 euro, contro i 127.000 di Minturno e i 123.000 di Gaeta. La somma delle giocate nel golfo fa quasi 89 milioni di euroin solo anno. Basterebbero due anni di giocate perrealizzare lastrada Pedemontana.E’ una massa imponente di denaro sottratta agli investimenti ed ai consumi e rappresenta la cifra più eloquente di una società in crisi di prospettive.
A giocare infatti non sono soltanto coloro che possono impegnare una parte del proprio guadagno, senza che ciò si riverberi sulle proprie condizioni di vita. Molto spesso sono le persone meno abbienti ad affollare le sale gioco. Ci si affida alla sorte per risollevare la propria condizione economica e si mette da parte l’impegno, lo studio e la ricerca di un lavoro, nella convinzione che tutto sia inutile e che nulla cambierà.