CASTELFORTE – Una ritorsione per un presunto sgarro subito nei minuti precedenti da un familiare e poi i fumi dell’alcool che avrebbero fatto il resto. E’ durata esattamente sei mesi l’agonia di Edoardo Di Pastena, il disoccupato di Castelforte di 50 anni vittima di un’aggressione avvenuta intorno alla mezzanotte del 2 giugno scorso nei pressi del bar “Novecento” in via Alfredo Fusco a Castelforte. L’uomo ha cessato di vivere nella notte tra il 1 ed il 2 gennaio presso il reparto di neurochirurgia del Policlinico Gemelli dove era stato ricoverato dopo che il suo quadro clinico nelle ultime settimane era peggiorato presso l’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina dove lottava contro la morte. La notizia è stata, comunque, un fulmine a ciel sereno per la comunità di Casteforte dove i due, conoscenti, erano peraltro molto conosciuti.
Intanto il magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore della Repubblica di Cassino, Alfredo Mattei, ha chiesto al Gip del Tribunale a svolgere l’autopsia sul cadavere di Di Pastena: un atto formale ma molto significativo perché il suo esito potrebbe far mutare la posizione processuale dell’unico indagato. Si tratta di Antonio Mendico, l’autotrasportatore di 25 anni di Castelforte, da mesi agli arresti domiciliari con l’ipotesi di reato di lesioni. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Formia e della Stazione di Castelforte, Di Pastena e Mendico – ora assistito dall’avvocato Alfredo D’Onofrio – avrebbero avuto un’improvvisa ed accesa discussione fuori il locale e sarebbe venuti alle mani. Lo hanno accertato il contenuto del sistema di videosorveglianza e le dichiarazioni rese dai gestori e dai clienti presenti nel bar, alcuni dei quali avrebbero esperito un tentativo perché la lite non degenerasse.
Purtroppo le condizioni di Pastena, fratello dell’ex consigliere comunale di Castelforte Adolfo, erano apparse subito gravi ai sanitari del 118 che trasportarono il 50enne in prognosi riservata prima all’ospedale “Dono Svizzero” di Formia e, vista la gravità delle ferite riportate, su tutte un’emorragia interna ed un trauma cranico, nel più attrezzato reparto di neurochirurgia del “Santa Maria Goretti” di Latina. Mendico non ha mai mancato di offrire la propria versione su quanto accaduto dichiarando la propria estraneità ma il decesso di Di Pastena e l’esito dell’autopsia potrebbero ora condizionare non l’aspetto processuale dell’intera grave vicenda.
Saverio Forte
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