FORMIA – Incredibile ma vero. La conferenza dei sindaci dell’Ato 4 in programma giovedì prossimo potrebbe costituirsi contro il Comune di Formia, “reo” di aver presentato agli inizi di dicembre un ricorso al Tar contro la sempre possibile installazione nella zona di Molo Vespucci degli impianti di dissalazione. Potrebbe apparire una scelta amministrativamente legittima se non fosse per un aspetto di non secondaria importanza: la decisione della segreteria tecnica operativa sarebbe in palese contrasto contro la delibera adottata il 26 luglio scorso dall’assemblea dei sindaci dello stesso ambito territoriale che, su impulso dell’allora amministrazione formiana, aveva stralciato all’unanimità i dissalatori dal piano per l’emergenza idrica perché definiti troppo impattanti, inquinanti e non risolutivi della stessa crisi idrica tuttora in piedi.
In effetti l’assemblea dell’Ato 4 sarebbe interessata ora, più che mai, a difendere la decisione della propria segreteria tecnica operativa che, contrariamente all’iniziale volontà del suo “braccio armato”, il 23 ottobre aveva deciso di proseguire l’iter ed il 2 dicembre, concludendo la conferenza di servizio, aveva approvato il progetto esecutivo per la fornitura e realizzazione dell’impianto di dissalazione temporaneo – modello Skid – nella zona del porto commerciale di Formia. Di questa incredibile decisione “double face” se ne è occupato il commissario Prefettizio del comune di Formia Maurizio Valiante che in un incontro informale a Latina con la responsabile della segreteria tecnico operativa dell’Ato 4 Angelica Vagnozzi le ha fatto rilevare l’incongruenza del provvedimento autorizzativo della segreteria tecnica dell’assemblea dell’Ato 4 di cui il comune resta, nonostante tutto, componente. L’avvocato Valiante ha chiesto alla responsabile della stessa segreteria di sospendere l’efficacia del verbale del 2 dicembre con cui veniva conclusa la conferenza di servizio ma al momento l’obiettivo della dottoressa Vagnozzi è – a quanto pare – conservare e tutelare tutti i nulla osta rilasciati sugli impianti di dissalazione, su tutti quello, preziosissimo, della Regione Lazio.
Il ricorso del Comune – elaborato dal dirigente dell’avvocatura Domenico Di Russo e da Sabrina Agresti – stigmatizza anche il doppiopesismo della Regione che nel 2010 con una legge ad hoc dichiarava il Golfo di Gaeta area sensibile sotto il profilo ambientale e quest’estate, durante la pausa ferragostana (era il 17 agosto) ha espresso il proprio parere favorevole per l’installazione dei tanto temuti dissalatori nonostante i suoi scarti – la salamoia – siano considerati acque reflue e, dunque, industriali.
E’ intervenuto anche l’ex assessore alla sostenibilità urbana del comune di Formia, Claudio Marciano, che si augura ora che nella conferenza dei sindaci di giovedì prossimo i rappresentanti dei comuni “abbiano la dignità di bocciare la delibera e di chiedere la revoca del provvedimento autorizzativo che ispira il contenzioso, in quanto semplicemente assurdo, oltre che completamente inutile. Non si capisce, infatti, di cosa dobbiamo ancora discutere: dopo sei mesi di inferno l’emergenza è conclusa; i fondi della Regione non possono essere più utilizzati per interventi a breve termine e men che meno per pagare due mesi di affitto di dissalatori; Formia è una città che galleggia sull’acqua e ha l’80% di perdite nel suo acquedotto. Ato e Acqualatina dovrebbero galoppare verso la conclusione dei nuovi pozzi all’Acervara, che nel frattempo sono passati da 750 a quasi 3 milioni di euro, e delle opere di rifacimento della rete idrica, invece continuano a perdere tempo e soldi dietro a un affare a cui non riescono proprio a rinunciare. Si vuole forse arrivare a Giugno 2018 con la solita storiella della siccità per imporre di nuovo i dissalatori come riduzione del danno?”
Interrogativo intricante cui se ne aggiunge un secondo. Ha destato sorpresa la presenza di una seconda delibera sempre all’ordine del giorno della prossima conferenza dei sindaci. Riguarda la presa d’atto dei fondi sull’emergenza idrica stanziati dalla Regione e dal governo Gentiloni. E compare ancora lo stanziamento per i dissalatori nel sud pontino, pari ad un milione e mezzo di euro, sebbene non utilizzabili allo scopo. “Oltre al danno di non aver usato quei soldi diversamente, l’Ato 4 – conclude Claudio Marciano – rischia di aggiungere la beffa di inserire quel riferimento nel piano d’ambito così che alla fine i soldi si prenderebbero dalle bollette. Bisogna assolutamente impedirlo, modificando la delibera eliminando il riferimento ai dissalatori. È necessario unirsi all’amministrazione straordinaria di Formia affinché continui nell’osservare un comportamento coerente con quanto stabilito dal precedente consiglio comunale. Inoltre è importante che le forze schierate senza ambiguità contro Acqualatina in questi anni uniscano le forze per far sentire la voce del territorio oltre i confini di Formia”.
Nel dibattito, dal forte contenuto elettorale, è intervenuta anche la candidata a sindaco del movimento civico “Città in comune”, Paola Villa, ha chiesto il ritiro del decreto, il numero n. M00002, con cui il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti il 15 dicembre ha nominato “il soggetto attuatore per la realizzazione e gestione degli interventi urgenti previsti nel Piano di Interventi per la crisi idrica della Regione Lazio 2017 ( ordinanza n. 474/2017)”. In questo stesso decreto viene evidenziato che per i comuni appartenenti all’Ato 4 (38 comuni, di cui 32 della provincia di Latina, 4 della provincia di Frosinone e 2 della provincia di Roma) la Regione Lazio ha decretato uno stanziamento di oltre 6 milioni di euro per finanziare tutte le misure urgenti decise nel Piano di Emergenza Idrica del luglio 2017. Paola Villa chiarisce che con questo decreto è stata finanziata con un milione 530mila euro la messa in opera dei dissalatori presso il comune di Formia ed è stato nominato il legale rappresentante della società Acqualatina spa come soggetto attuatore per la realizzazione del piano di interventi per l’Ato4. “Ossia alla stessa società, che è responsabile delle inadempienze del servizio idrico dell’Ato4 – conclude Paola Villa – viene affidato la gestione delle risorse pubbliche”. È stato richiesto, invece, alla Regione Lazio con un nuovo decreto di stralciare totalmente la messa in opera dei dissalatori presso il Golfo di Formia-Gaeta e di individuare in una figura pubblica, superpartes, il “soggetto attuatore” per la realizzazione del piano di interventi emergenza idrica.
Saverio Forte