LATINA – Da una domanda di un ospite (in occasione dell’inaugurazione del point elettorale) alla decisione di organizzare un incontro pubblico su una tematica che nel sud pontino non sta facendo dormire sonni tranquilli a tanti operatori che gestiscono lungo il litorale del sud pontino il suo “oro giallo”, il comparto turistico-balneare. Angelo Tripodi, imprenditore e consigliere comunale a Latina, e Giuseppina “Giusy” Porceddu, sono impegnati ad organizzare un’attesa assemblea che, in programma mercoledì 21 febbraio, alle ore 17.30, sancisce l’impegno della Lega-Salvini premier a contrastare, attraverso le loro candidature al consiglio regionale del Lazio, l’applicazione, posticipata nella scorse settimane al 2020, della direttiva comunitaria Bolkstein.
“Abbiamo assunto l’impegno di difendere con le unghie e con i denti le vittime della direttiva Bolkestein, che rischia di vanificare i sacrifici di intere generazioni dei nostri balneari, ambulanti, edicolanti e proprietari dei chioschi, le cui attività al 99% sono a gestione familiare. Abbiamo incontrato in queste settimane tantissimi operatori del settore e la minaccia Bolkestein e’ ancora vita. Insomma bisogna per questo intervenire per stralciare la parte del Testo unico del commercio, come già richiesto dalla Regione Lazio grazie ad una dura battaglia in aula del centrodestra,relativa al commercio su aree pubbliche, al fine di emanare una norma che garantisca i diritti degli operatori del commercio ambulante, sostenendo con forza l’esclusione di quest’ultimo dal campo di applicazione della direttiva Bolkestein”.
Tripodi indica poi la strada per salvaguardare le migliaia di operatori del settore: “Se dovessi essere eletto, presentero’ una mozione che impegni la Regione Lazio ad attivarsi con il governo nazionale per richiedere all’Ue una proroga delle concessioni demaniali per 30 anni, sull’esempio di Spagna e Portogallo, accompagnata dalla messa all’asta delle sole spiagge non assegnate, cioe’ quelle senza concessionario (il cosiddetto doppio binario). Insomma aggiunge Porceddu, occorre equiparare la disciplina italiana a quella di Spagna, Portogallo e Francia, che non ha portato alla procedura di infrazione Ue”, entrando nel dettaglio delle iniziative messe in campo da altri Paesi dell’Ue. La strada per salvaguardare – concludono Tripodi e Porceddu – i nostri operatori esiste eccome e la politica deve assumersi le proprie responsabilità senza rinviare la questione. Noi siamo scesi in campo per tutelare gli italiani, i lavoratori onesti e le nostre peculiarità”.
Saverio Forte
Intervista ad Angelo Tripodi e Giusy Porceddu