FORMIA – E’ stato travolto da una pioggia di attestati di apprezzamento e di interesse “Formia rivive” l’innovativo studio progettuale l’architetto Davide Di Cola che per la casa editrice “Ghenoma” è stato presentato giovedì pomeriggio presso un’affollata sala Ribaud del palazzo municipale di Formia. E l’ obiettivo l’ha tenuto a sottolineare, a più riprese, lo stesso autore, di appena 34 anni: portare un contributo teso “alla rinascita di Formia e del Golfo”. Sono venti i capitoli di questo “libro bianco”, i primi dei quali affrontano il rapporto tanto a cuore dei veri formiani, il ripristino tra mare, città e cittadinanza, e il problema dei problemi per la cui risoluzione la politica cittadina è l’unica a meritare il banco degli imputati, l’attraversamento a monte della città, la più famigerata e reclamizzata strada Pedemontana.
Carattere generoso e innamorato di Formia, Di Cola ha più volte tenuto a precisare come il suo studio, iniziato nel 2013, voglia e possa essere uno strumento “di tutte le forze politiche e civiche” interessate a conquistare la governance dei prossimi cinque anni dell’azienda più importante del territorio: il comune di Formia. E non a caso tre dei quattro candidati sindaco che hanno già definito la propria sfida elettorale erano presenti, confusi tra il folto ed attento pubblico che ha registrato il “sold out” dell’aula consiliare. Nell’ordine Antonio Romano del Movimento cinque Stelle, Paola Villa di “Un’altra città” e Mario Taglialatela della lista civica “Formia viva 2018” hanno fatto i complimenti a Di Cola per il contenuto di 147 pagine che, intrise di ottimismo, rappresentano, nonostante tutto, un inno alla speranza a credere che Formia possa avere ancora un domani, un futuro per i suoi figli. E simbolicamente Di Cola, rappresentante di una famiglia di commercianti formiani al 101% e figlio d’arte allo stesso tempo (papà Luigi è uno dei più professionisti del settore di Formia e dell’intero Golfo), ha voluto come testimoni di questa presentazione la moglie e la sua primogenita, di appena cinque mesi: “Devo fare qualcosa perché questa città, la mia città, non può morire. I nostri figli – ha osservato Di Cola – non ce lo perdoneranno…”. Naturalmente le soluzioni progettuali contenute nello studio – ha dichiarato l’autore nell’intervista video a Saverio Forte – non possono e non l’hanno l’errata ambizione di essere concretizzate in un breve lasso di tempo, cinque anni per esempio. Ma in un arco temporale più ampio, cinquant’anni, perché il tempo è necessario – alludendo al fatto che la pubblica amministrazione è costretta anche a reperire le risorse economiche necessarie – per sanare le criticità di un territorio per proporre un reale miglioramento della qualità di vita per chi abita una città, un territorio. E io sono troppo innamorato di Formia e dell’intero Golfo. E’ stato faticoso e laborioso lavoro e rifiuto con forza l’idea di assistere al loro decadimento”.
Intervista a Davide Di Cola
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Al convegno hanno portato il loro contributo, tra gli altri, il rieletto consigliere comunale di Forza Italia Giuseppe Simeone, il presidente dell’Ascom cittadina Giovanni Orlandi (la Confcommercio Lazio sud ha patrocinato l’iniziativa editoriale) l’ex consigliere comunale Augusto Ciccolelle e, a sorpresa, il presidente dell’ordine provinciale degli architetti, Massimo Rosolini, che nell’intervista video ha rimarcato come la categoria dimostri, attraverso lo studio di un giovane e apprezzato rappresentante, di essere attenta al territorio in cui opera mirando al perseguimento del suo benessere sociale ed economico.
Intervista a Massimo Rosolini
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