FORMIA – Anche un uomo di 35 anni di Formia intende chiedere i danni, materiali e morali, in occasione dell’udienza preliminare in programma il 23 ottobre davanti il Gup del Tribunale di Torino Mariafrancesca Abenavoli relativamente ai gravi fatti verificatisi il 3 giugno 2017 quando in piazza San Carlo per un falso allarme terrorismo si verificò un pauroso e concitato fuggi fuggi generale durante la proiezione su un maxi schermo della finale della Champions League tra la Juventus ed il Real Madrid.
Quella sera il 35enne di Formia era in piazza a soffrire per la sua squadra del cuore, naturalmente la Juventus, quando rimase coinvolto in quella paurosa ed incontrollata fuga a causa della quale morì, dopo un’agonia di 12 giorni, Erika Pioletti. Se il 35enne di Formia (assistito dall’avvocato Gianluca De Meo) riportò diverse lievi lesioni ed una forma iniziale di attacchi di panico, per la morte della Pioletti rischiano il processo 15 persone (la richiesta di rinvio a giudizio è stata formulata da tre Pm della Procura torinese, Armando Spataro, Vincenzo Pacileo e Antonio Rinaudo), tra cui il sindaco Chiara Appendino, il capo di gabinetto dello stesso primo cittadino, il questore ed il viceprefetto del capuologo piemontese: sono tutti imputati di disastro colposo, omicidio colposo, lesioni gravi, gravissime e lievi .
“Il 23 ottobre dinanzi al Gup del Tribunale di Torino – annuncia l’avvocato Gianluca De Meo – ci costituiremo parte civile (non tanto per i danni materiali consistiti in una ferita dovuta ai vetri presenti sul selciato di piazza San Carlo, quanto per i danni morali) ed ho intenzione anche di effettuare la chiamata di vari responsabili civili, quali il Comune (per gli imputati che hanno cariche all’ interno dell’ Amministrazione), l’ ente che ha organizzato la manifestazione (Torino Turismo) e le relative compagnie assicurative”. I feriti quella tragica e movimentata sera furono 1550 feriti ed il 35enne di Formia fa parte dell’elenco delle 356 parti offese, oltre ai familiari della vittima, che hanno annunciato la volontà di costituirsi parti civili.
Nel procedimento penale c’è stato anche un altro filone di indagine che ha riguardato sette giovani indagati (arrestati ed inizialmente indagati per omicidio preterintenzionale in quanto a causa dell’ uso di spray urticante al fine di commettere rapine avrebbero creato il panico nella piazza) per i quali vi è stato lo stralcio e l’archiviazione per quanto concerne l’accusa di omicidio preterintenzionale della Pioletti.
Saverio Forte