VENTOTENE – Qualche anziano nostalgico del Pci “sbucando” dalle traverse che si immettono su piazza Castello ha bisbigliato, meravigliato e stupido, la seguente frase: “Quante bandiere rosse, neanche ai tempi del caro partito Comunista. Non c’erano così tante neanche al Cremlino a Mosca…” Questo desiderio onirico si è sciolto come neve al caldo sole settembrino di Ventotene quando queste bandiere rosse, trenta per la precisione, sono state accarezzate nei pressi del pennone sistemato lungo il perimetro del palazzo municipale di Ventotene. La beffa per alcuni anziani della seconda isola pontina è stata atroce quando hanno focalizzato il contenuto di questi drappi: non erano state impresse né la falce e il martello e tantomeno una stella… ma trenta quanti sono al momento i paesi dell’Unione Europea. Cambiava solo il fondo cromatico su cui erano state stampate: non il blu ma il rosso. Il motivo? Facile. Il rosso è il colore di tutte le imbarcazioni o gli stessi stabilimenti balneari issano in caso di mare grosso, insomma di pericolo.
E lo è in questo momento l’Europa che naviga in un mare in tempesta, sballottata tra le contestazioni dei movimenti sovranisti e la messa in discussione dei suoi principi solidaristici dalle forze populiste. Sono gli stessi che avevano utopizzato gli antifascisti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nel 1941 quando redassero clandestinamente proprio a Ventotene, durante il loro confino, il Manifesto “Per un’Europa libera e unita”, pubblicato poi da Eugenio Colorni. L’idea di far sventolare trenta bandiere europee su un fondo rosso davanti il palazzo municipale dell’isola è venuta è venuta ad un gruppo di giovani federalisti dell’associazione “Origini”. Hanno voluto lanciare un allarme per la tenuta ideale dell’Europa, l’hanno chiamato “Confluenze” , un “intervento urbano, non un’opera d’arte, un progetto culturale d’impegno per la coesione civile e la promozione dei patrimoni culturali delle comunità.
Il progetto è stato patrocinato dal comune di Ventotene in collaborazione con l’Università di RomaTre: durerà tre anni, a partire dalla primavera 2019, attivando sull’isola pontina manifestazioni e attività culturali con artisti e personalità. “Europe alert/Burning flags» è il nome scelto per l’installazione delle “bandiere in fiamme” per l’ “allarme rosso” per l’Europa. E Ventotene è solo il primo capitolo, la tappa di avvio che fino al 12 ottobre ospiterà i vessilli. Poi l’installazione si sposterà a San Giovanni di Stella, in provincia di Savona, paese natale proprio di Sandro Pertini, primo comune che ha deciso di raccogliere il testimone di questo progetto urbano delle bandiere che “bruciano d’urgenza” per un’Europa più unita, cooperativa, solidale e responsabile.
Saverio Forte
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