LATINA – Sono diventati nuovamente tesi i rapporti tra Acqualatina e i componenti del comitato che ha proposto una Class Action per la restituzione delle “partite pregresse” relativamente ai canoni idrici, della depurazione e della fognatura indebitamente introitati dal 2016 in poi. Il pomo della discordia è rappresentato dall’atteso pronunciamento in programma il 30 ottobre prossimo da parte della seconda sezione della Corte d’Appello di Roma cui si è rivolto in extremis l’ente gestore – attraverso gli avvocati Daniele Vecchi, Antonio Auricchio, Tiziana Ferrantini e Fabio Elefante – contro l’ormai storica ordinanza della decima sezione del Tribunale civile di Roma che il 3 luglio scorso aveva dichiarato ammissibile parte della Class Action e, dunque, la possibile di restituire le “partite pregresse” inserite in fattura.
Ad inasprire gli animi ci ha pensato Acqualatina che ha inviato una diffida all’ordine degli avvocati di Latina, Cassino e Roma presso i quali sono iscritti i legali componenti del comitato promotore della Class Action. Sono accusati, in sintesi, di diffondere notizie false e fuorvianti sulla stessa Class Action e, nello specifico, di percepire un canone di 16 euro per ogni adesione formalizzata – quando dovrebbe essere gratuita, secondo l’ente gestore – e su altre due questioni tutt’altro secondarie: aderire all’iniziativa non significa essere legittimato al rimborso – la sentenza di merito è prevista nel giugno 2019 – ed il consumatore che decidesse di non formalizzare entro il prossimo febbraio la propria richiesta verrebbe escluso da qualsiasi aspettativa risarcitoria. Si è innescata, dunque, una guerra psicologica e di comunicazione e i legali della Class Action non intendono arretrare di un millimetro la loro posizione “ in un’ottica di trasparenza e correttezza” che….”In base alla normativa vigente, l’avvenuta presentazione del reclamo da parte di Acqualatina – si legge in una nota – non sospende l’ordinanza impugnata che continua a spiegare tutti i suoi effetti, compresa la decorrenza dei termini per la raccolta delle adesioni. Pertanto, ci si rimette, da questo momento in poi e sino alla pronuncia sul reclamo, alla libera scelta di ciascuno se aderire nelle more o attendere”.
Il Comitato della classe action contro Acqualatina, dopo aver esaminato il reclamo, ribadisce che “la potenza argomentativa del Tribunale di Roma non ne appare minimamente scalfita ed è pertanto fiducioso che la Corte d’Appello rigetti in tempi brevi lo stesso per consentire la prosecuzione delle attività di raccolta delle adesioni”. E ancora un attacco all’iniziativa di Acqualatina di ricorrere in appello contro l’ordinanza di ammissione di parte della Class action disposta dal Tribunale di Roma: “La legittima iniziativa dell’ente gestore, anche se contraddice le affermazioni trionfalistiche fatte dallo stesso nelle quali si sminuiva la portata della decisione del tribunale, non ci turba affatto anzi sarà una ulteriore verifica della bontà delle argomentazioni già rese dalla decima sezione del Tribunale di Roma.
E’ evidente, a questo punto, che la massiccia mobilitazione per la raccolta di adesioni turba profondamente Acqualatina per le conseguenze derivanti da un poderoso rimborso delle partite pregresse che – ove tutti gli aventi diritto aderissero – ammonterebbe almeno a 40 milioni di euro!”. Ma Acqualatina la pensa diversamente ed il ricorso alle carte bollate è già iniziato!
Saverio Forte