CASTELFORTE – “Un luogo, una palestra, dove praticare l’esercizio della libertà e della democrazia, di una libertà di pensiero, di parola e di azione che aiuta e sostiene la comunità, la nostra comunità di Castelforte, a guardare avanti con fiducia. Uno strumento per coltivare un’idea di società civile larga, libera e davvero partecipata.” Si è espresso in questi termini il sindaco di Castelforte Giancarlo Cardillo inaugurando, al termine di una semplice e significativa cerimonia, il centro socio culturale allestito dal Comune all’interno di un vecchio fabbricato di sua proprietà che, dopo i necessari lavori di riqualificazione, tornerà a pulsare nel ‘cuore’ del centro aurunco, in piazza San Rocco. E’ stato intitolato ad uno dei padri nobili della sinistra italiana del ‘900 e del sindacalismo (è stato co-fondatore della Cgil), Vittorio Foa, l’antifascista torinese deputato alla Costituente che, prima di trasferirsi a Formia dove è morto e sepolto, ha vissuto a lungo, agli inizi degli anni ottanta, proprio a Castelforte. La struttura ospiterà, tra gli altri, la Pro Loco, la Croce Rossa, l’Avis e il locale complesso bandistico. Sarà essere in grado di migliorare l’offerta culturale ed associativa di Castelforte come avrebbe fatto piacere a Vittorio.
“Castelforte – ha detto il sindaco Cardillo in questa intervista video – vive un momento di grande significato e valore. Vittorio Foa è stato un grande intellettuale, un libero pensatore, un uomo politico, scrittore e un sindacalista che con la sua vita ci ha offerto un esempio di grande significato e di profondo valore per orientare il nostro presente e il futuro delle nuove generazioni. Di lui ricordo e mi piace fare, soprattutto, due citazioni. La prima rivolta a Mirko Tremaglia che sosteneva l’equiparazione tra resistenti e ragazzi di Salò Vittorio disse: “Vedi quando vinse il fascismo io finii in galera; quando vinse l’antifascismo tu diventasti senatore della Repubblica”. La seconda, rivolta ai politici dai quali, rivolgendosi ai giovani, sosteneva, occorre pretendere l’esempio: “Il fascismo non mi ha perseguitato, io ho perseguitato il fascismo”. Foa, in una intervista, disse: “Quando eravamo in prigione eravamo i soli uomini veramente liberi perché avevamo scelto la via giusta e quindi ci sentivamo liberi. Il significato della parola libertà diventa evidente: la libertà non è la possibilità di fare quello che vuoi ma è la coerenza con qualcosa dentro”. Ricordiamo – ha concluso il sindaco Cardillo – la sua figura non come qualcosa di “passato” ma come una persona che sapeva immaginare il futuro ed aveva la capacità di guidare le persone verso sentieri di libertà dando senso e significato a gesti e parole che sostengono il cammino di ogni persona capace di incarnare con dignità il sogno di un futuro da costruire con impegno e forza, consapevoli che uniti e solidali si è più forti e che occorre rifuggire la fuga nel privato segno evidente, questo, di poca o scarsa responsabilità”.
INTERVISTA Giancarlo Cardillo, sindaco di Castelforte
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Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, un’attenta delegazione degli studenti del locale istituto omnicomprensivo guidata dal dirigente scolastico Amato Polidoro, e soprattutto, le figlie del Senatore Foa, Anna e Bettina. Hanno rivelato alcuni dei ricordi della vita quotidiana del padre a Castelforte: le passeggiate, il semplice acquisto dei prodotti dai contadini del luogo, il gustare una bibita al bar del paese, le estati trascorse tra le persone comuni e normali al lido “Ragno” di Scauri. Interessante anche il ricordo di alcune visioni e pensieri del padre rispetto all’Europa, ai giovani, agli immigrati … tutti temi di grande attualità e che hanno contribuito a rendere la testimonianza di Anna e Bettina davvero stimolate per un maggiore approfondimento del pensiero del padre soprattutto da parte delle nuove generazioni.
INTERVISTE Anna e Bettina Foa
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Bello l’intervento dell’ex sindaco di Formia Sandro Bartolomeo. Ha messo in evidenza la sua relazione personale con l’uomo, il politico e il sindacalista Vittorio Foa, personalità determinante per la sua crescita culturale e politica. “Di Vittorio – ha osservato – mi colpiva l’originalità, l’uomo ed il politico non era mai scontato. Ti chiedeva di andare sempre al di là dell’ordinario e Vittorio, nonostante il passare del tempo, era, resta e sarà un ‘mostro” di originalità e la mia attività politica – ha concluso Bartolomeo – ne ha tratto tanti e significativi insegnamenti”.
INTERVISTA Sandro Bartolomeo, ex sindaco di Formia
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