GAETA – Antonio Raimondi, alla fine, l’obiettivo l’ha centrato: far parlare di sé. Come? Litigando con alcuni rappresentanti dell’attuale opposizione piuttosto che con il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano. La nostra intervista video all’ex primo cittadino dopo la conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 11 persone con le ipotesi di reato di corruzione, abuso d’ufficio, falso, danneggiamento e abusivismo edilizio relativamente alla dubbia gestione negli ultimi anni di alcuni filoni dell’edilizia privata presso la ripartizione urbanistica del comune ha provocato la reazione di almeno due consiglieri di minoranza dopo le accuse di Raimondi di “continuare ad osservare un assordante silenzio” di fronte alla gravità alle accuse mosse dal sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo.
Raimondi aveva dichiarato come… “La magistratura faccia il suo corso ma è assordante – esordisce Raimondi – il silenzio delle attuali opposizioni. Mi sembrano essere più complici e responsabili, sul piano politico, dell’attuale maggioranza Forza Italia-Pd”. Le ipotesi di reato – corruzione, abuso d’ufficio, falso, danneggiamento e abusivismo edilizio. Raimondi, in effetti, aveva censurato come Gaeta fosse stata ormai “invasa” da realtà imprenditoriali che, provenienti dalla vicina Campania, hanno monopolizzato il mercato del “mattone” che peraltro non riesce ad uscire dal lunghissimo tunnel della crisi. Apriti cielo e il primo a rispondere all’ex primo cittadino del Movimento Progressista, attraverso facebook, è stato l’ex dipendente comunale e ora consigliere comunale di opposizione, Franco De Angelis della lista “Il Veliero”. E con Raimondi non è stato tenero: “Rimango basito nel sentire Raimondi fare ironia nei confronti degli imprenditori campani. Qualcuno chieda all’ex sindaco da dove vengono quegli imprenditori amanti del cemento – come dice lui- che volevano costruire dentro l’ex Avir. Era così preso da quel progetto da presentarlo all’Ariston. Quindi vuol dire che non tutti sono di dubbia moralità come sembra voglia far credere lui (Raimondi) nel suo messaggio video”.
Trascorrevano alcuni minuti a ad arricchire il dibattito sulla rete è stato è stato il consigliere della lista “Una nuova stagione” Emiliano Scinicariello: “Fare la morale su imprenditori campani che varcano il ponte del Garigliano verso nord dimenticando amministratori che percorrevano il medesimo ponte verso sud con una innaturale consuetudine è davvero fuori luogo”. Raimondi non ha esitato molto tempo a promuovere la sua replica ponendo al centro delle sue pesante schermaglia verbale la madre di tutte le battaglie urbanistiche di Gaeta, il mancato recupero e riqualificazione dell’ex vetreria Avir, fornendo altre ed interessanti rivelazioni: “La solita malafede – ha commentato l’ex sindaco di Gaeta – di chi viene accusato per una cosa, il silenzio politico sulla conclusione delle indagini preliminari della Procura di Cassino sulla gestione dell’edilizia privata dell’ufficio urbanistica del comune, affrontando, rispondendo, altre questioni. Ma non mi tiro indietro. Anzi, mi ha fatto tanto piacere che i consiglieri D’Angelis e Scinicariello abbiano affrontato, più o meno direttamente, la vertenza dell’ex Avir. Innanzitutto rispondo che chi non conosce la storia amministrativa, più o meno recente, del comune che si intende amministrare non può sedere in consiglio comunale, sia in maggioranza che soprattutto in opposizione, il cui ruolo di controllo è fondamentale. Io sono stato eletto sindaco nel 2007 ma sappiano i consiglieri comunali D’Angelis e Scinicariello che la proprietà dell’ex vetreria Avir è cambiata sette anni prima quando finì nel patrimonio immobiliare di due società napoletane che corrispondono ai nomi della “Gaim” e dell’”Holiday”.
L’amministrazione comunale in carica nel 2000 – ricorda l’ex sindaco Raimondi – era di centrosinistra, guidata da Silvio D’Amante. Avrebbe potuto acquistare la vetreria di Serapo e aveva la disponibilità finanziaria per farlo. Invece si fecero altre discutibili scelte e, su richiesta dell’allora assessore all’urbanistica Salvatore Mola, il comune di Gaeta prelevò l’area dell’ex convento dei Cappuccini. Per farci cosa? A distanza di quasi 20 anni – accusa Raimondi – io non l’ho ancora capito. Meno male che durante il mio mandato sindacale sono state operate due scelte che ritengo di buonsenso: l’installazione di un’antenna di telefonia mobile almeno consente a tutt’oggi di monetizzare parzialmente l’investimento e la decisione di allocarvi la sede del gruppo di protezione civile “La Fenice”. Invece quella Giunta di centrosinistra avrebbe potuto permettere alla città di riappropriarsi di quell’area, l’ex vetreria dell’Avir, strategica per lo sviluppo dell’intera città”.
All’epoca c’era anche una proposta di un consorzio di imprenditori privati di Gaeta interessato a prelevare l’ex vetreria “ma improvvisamente ed inspiegabilmente si ritirò” . Ma perché il comune non credette in quest’operazione di rilancio funzionale di questo sito strategico della città. Qui D’Amante ha la risposta pronta: “Qualcuno che sedeva in quella Giunta non volle fare un salto di qualità a Gaeta. Io il nome sono pronto a farlo se qualcuno dovesse chiedermelo ma quell’assessore aveva rapporti di amicizia con il presidente all’epoca della Gaim , impegnato sì nella conduzione di un importante sindacato a livello regionale in Campania ma contiguo alla parte politica di cui questo assessore era l’espressione nella Giunta di Silvio D’Amante. Questa è storia – conclude Antonio Raimondi – le altre sono inutili polemiche”.
Saverio Forte