CASTELFORTE – La derubricazione del reato di omicidio preterintenzionale in omicidio colposo e la concessione delle attenuanti generiche. Quando era tutto pronto per la sentenza del Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera, l’attesa arringa di uno dei due legali difensori, l’avvocato Pasqualino Santamaria, ha riformulato quello che è – a suo dire – è stato sinora lo scenario sul cui fondo è maturata la tragedia di Eduardo Di Pastena.
L’uomo di 50 anni di Castelforte morì il giorno di Capodanno 2018 dopo un’agonia durata praticamente sei mesi, da quando, il 3 giugno 2017, cadde su un marciapiede in pieno centro al termine di una banale lite con l’autotrasportatore di 43 anni di Castelforte Antonio Mendico. Il suo legale, l’avvocato Santamaria, nel suo intervento fiume ed in una memoria fiume di oltre 30 pagine, ha ripercorso il rapporto tra la vittima e l’indagato che, al di là di qualche incongruenza testimoniale, è stato definito di normale conoscenza. Nulla di più che potesse far prefigurare – secondo l’avvocato Santamaria – precedenti screzi ed elementi di sudditanza psicologica di Di Pastena nei confronti di Mendico e della sua famiglia. Il collegio difensivo, con-testando l’esito delle perizie medico legali della stessa Procura, ha evidenziato come il tasso alcool emico della vittima abbia influito nella sua caduta contro un marciapiedi di via Alfredo Fusco a Castelforte sino a rimediare una vasta frattura mascellare che ha condizionato non poco, poi, l’andamento del suo quadro clinico.
Nella precedente udienza il sostituto procuratore Roberto Nomi Bulgarini era stato protagonista di una durissima requisitoria nei confronti di Mendico. Aveva chiesto 10 anni e 8 mesi di reclusione per Mendico applicando lo sconto di un terzo della pena previsto dallo svolgimento del rito abbreviato, un’istanza molto diversa dai due anni e mezzo di carcere, con i benefici di legge, avanzata dal legale dell’autotrasportatore di Castel-forte. Sulla scorta di questo nuovo quadro processuale il Gup Scalera ha rinviato la sentenza al prossimo 6 dicembre.
Saverio Forte
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