SUD PONTINO – Non vi fu alcuna frode negli appalti e tantomeno non è stata riscontrata alcuna illegittimità per quegli affidamenti diretti seppure in fase emergenziale. Il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Nicoletta Campanaro ha assoluto dalle ipotesi accusatorie di concorso in abuso d’ufficio e falso ideologico Walter Vernucci, l’amministratore minturnese della società Eco Service spa che, operando nella zona industriale di Penitro a Formia, è diventata un’importante e avviata realtà imprenditoriale ed occupazionale nella realizzazione di mezzi meccanici di supporto nel ciclo dei rifiuti. I problemi giudiziari per Vernucci iniziarono nel 2012 quando la Procura di Santa Maria Capua Vetere mise sott’inchiesta 80 persone, indagate a piede libero per alcuni reati contro la pubblica amministrazione per fatti inerenti la gestione e l’attività del Centro Unico di Bacino (il Cub) che aveva gestito la prima fase dell’ emergenza rifiuti della provincia di Napoli e Caserta.
I guai di Vernucci riguardarono la sua mansione di amministratore della società Eco Service, il suo nome finì iscritto nel registro degli indagati con le ipotesi accusatorie in abuso di ufficio e falso ideologico in concorso con il responsabile dell’ articolazione di Caserta e col direttore generale del “Cub” delle provincie di Napoli e Caserta per l’ affidamento di tre contratti di fornitura di automezzi con nolo a freddo forniti dalla società Eco Service di Formia. Per il loro affitto la Procura di Santa Maria Capua Vetere prospettò una pesante accusa, in base alla quale vi sarebbe stato il frazionamento della fornitura in modo da abbattere fittiziamente e formalmente l’ importo del contratto così da farlo risultare di importo inferiore a quello che il codice degli appalti richiedeva e prevedeva per lo svolgimento di una gara pubblica. Il processo che dovette subire ed affrontare l’amministratore unico della Eco Service fu lungo ma costellato anche da non pochi vizi procedurali che hanno portato il Gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a dichiarare in precedenza la nullità del procedimento a favore dell’ imprenditore minturnese con il conseguente stralcio della sua posizione e la restituzione dei relativi atti alla Procura sammaritana.
Vernucci sin dal primo momento ha contribuito anch’egli a dar manforte al magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Antonella Cantiello, chiedendo ed ottenendo di essere sottoposto ad interrogatorio assistito dai propri legali difensori, gli avvocati Luca Scipione e Lucia Flagiello. A far pendere l’ago della bilancia a favore della difesa sono state anche alcune mirate e circostanziate memorie che hanno sottolineato l’insussistenza dei fatti contestati a Vernucci. L’imprenditore di Minturno ha saputo e potuto dimostrare come gli ordini di fornitura fossero intervenuti nell’ ambito di una procedura di somma urgenza promossa dal “Cub” per “scongiurare situazioni di pericolo per l’ igiene e la salute pubblica nei Comuni serviti e ripristinare la piena funzionalità dei servizi pubblici affidati”, ragione per la quale non andavano seguite le ordinarie procedure di appalto così come riconosciuto dall’Anac, l’Autorità nazionale anti-corruzione, in un proprio parere.
Questa vicenda processuale ha conosciuto il suo definitivo e positivo epilogo davanti il Gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha prosciolto Vernucci non tanto – hanno correttamente sottolineato gli avvocati Scipione e Flagiello – per prescrizione dei reati nel frattempo maturata quanto per le tesi avanzate e – a quanto pare condivise – davanti la Procura di Santa Maria Capua Vetere relativamente alla piena regolarità delle forniture effettuate. Vernucci ha potuto anche dimostrare di non aver mai avuto rapporti personali e di conoscenza col responsabile dell’ articolazione di Caserta e col direttore generale del “Cub” delle provincie di Napoli e Caserta.
Saverio Forte
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