SPERLONGA – “Dimetterci? E perché dovremmo. La situazione politica sociale, culturale e sociale è bloccata la responsabilità non è certamente la nostra ma di una legislazione che permetta ad una legislazione vigente che permette ad un sindaco sott’inchiesta di rimanere al suo posto. Nonostante tutto, se dovessimo dimetterci correremmo il rischio di abbandonare i cittadini che ci hanno eletto, di abdicare al nostro ruolo di tutela e di guardiani della legalità e della trasparenza e di essere finanche surrogati”. E’ arrivata con qualche ora di ritardo la difesa del gruppo consiliare di Sperlonga cambia” di cui il movimento civico “Partecipazione attiva” aveva chiesto inderogabilmente di fare un passo di lato per cominciare ad eliminare uno dei motivi di ambiguità politica esistenti da mesi al comune di Sperlonga.
La minoranza consiliare ammette che “Sperlonga è un paese bloccato sotto tutti i punti di vista, politico, sociale e culturale, senza prospettive future certe, neanche sotto il profilo economico. Il sindaco Armando Cusani, dopo l’arresto e otto mesi di sospensione dalle funzioni, è tornato in carica, malgrado sia sotto processo anche per corruzione e appalti truccati. I consiglieri di maggioranza che gli sono rimasti fedeli si limitano – si legge in una nota di “Sperlonga Cambia” ad alzare la mano in Consiglio Comunale, ma sono totalmente assenti dal dibattito politico. Il paese vive una fase di enorme difficoltà – osserva il capogruppo consiliare Marco Toscano – bloccato da un’ evidente paralisi amministrativa che spazza via ogni possibilità di sviluppo per il nostro paese e impedisce di offrire risposte ai giovani, alle famiglie e agli imprenditori, vittime di una situazione sempre più complicata e dannosa.”
Prima delle sollecitazioni e e delle velenose provocazioni del coordinatore di “Partecipazione attiva” Nicola Reale il gruppo di minoranza rivela di aver avviato una riflessione interna su quali “potevano essere le soluzioni per aiutare Sperlonga a uscire da questa impasse politica e amministrativa, ma quella delle nostre dimissioni – precisa l’ex candidato a sindaco alle amministrative del 2016 – non è la soluzione. Anche qualora tutti i consiglieri di minoranza e tutti i candidati nella nostra lista chiamati a subentrare in Consiglio comunale si dimettessero dall’incarico, la legge non prevede lo scioglimento del Consiglio. Perché ciò accada, infatti, dovrebbero dimettersi la metà più uno dei consiglieri comunali. In un contesto come quello in cui si trova Sperlonga, quindi, rassegnare le dimissioni significherebbe abbandonare i cittadini ai loro problemi, eliminando ogni forma di resistenza all’azione dannosa e arrogante della maggioranza che del sindaco Cusani”.
Reale aveva parlato poco dell’attuale governance del comune preferendo sottolineare il ruolo, tutt’altro che incisivo, della minoranza. Sperlonga Cambia, invece, preferisce parlare dell’azione amministrativa in corso: “Il sindaco e la sua maggioranza hanno dimostrato di non avere alcuna sensibilità politica, alcun senso di rispetto verso le istituzioni e verso i cittadini di Sperlonga, neanche dopo le inchieste giudiziarie che hanno colpito l’amministrazione comunale. Certamente non avrebbero un sussulto di coscienza di fronte alle dimissioni della minoranza. Al contrario, avrebbero solo dei vantaggi, perché verrebbe meno l’attività di controllo che finora c’è stata sull’operato del sindaco e della Giunta.”. Naturalmente l’opposizione, seppur timidamente, difende il suo ruolo svolto nella prima metà della consiliatura: “L’attività del nostro gruppo consiliare – aggiunge la consigliera comunale Carla Di Girolamo – ha permesso di portare alla luce diverse situazioni opache e progetti ambigui portati avanti dalla maggioranza. Abbiamo sostenuto diverse battaglie e supportato le istanze di tanti cittadini, abbandonati a loro stessi da una maggioranza disinteressata ai loro problemi. Grazie alla nostra attività abbiamo portato al centro del dibattito politico e dell’opinione pubblica quelli che prima erano considerati problemi dei singoli e che ora sono diventati problemi della collettività. La situazione di stallo del nostro paese è dovuta a una legislazione che permette a un sindaco sotto processo, peraltro per reati contro la pubblica amministrazione, di continuare a ricoprire il suo ruolo. A fronte di un gruppo di consiglieri che ha chiesto sin dall’arresto del sindaco le sue dimissioni, e di una maggioranza che ha preferito tutelare gli interessi del primo cittadino invece di difendere gli interessi dell’intera collettività, occorre dedicare ogni sforzo e ogni risorsa possibile a difendere i cittadini da una classe di governo che ha distrutto il nostro paese e lacerato la nostra comunità.”
Insomma coloro che dovrebbero fare un passo di lato dovrebbero essere “il sindaco e la sua maggioranza, non i consiglieri di minoranza, impegnati – specifica l’altro consigliere di minoranza Alfredo Rossi – a contrastare questo sistema di potere. Le nostre dimissioni non sono la soluzione. Abbiamo scelto di portare avanti la nostra opposizione continuando a onorare l’impegno preso con i cittadini che ci hanno sostenuto e che ci sostengono. Questo significa lavorare per costruire un nuovo campo di forze, unite dai valori della giustizia, della legalità e della solidarietà, che abbiano come fine ultimo quello di realizzare la rinascita di Sperlonga e siano pronte a formare una solida alternativa di governo all’attuale maggioranza. Il nostro gruppo consiliare continuerà a lavorare per cambiare Sperlonga e per dare un futuro migliore al paese, iniziando a ricostruire un sentimento di unione e di appartenenza alla nostra comunità. Questa è la sola strada percorribile. “ Il gruppo di “Sperlonga Cambia” è formato da quattro rappresentanti in consiglio, il quarto è il consigliere Alessandro Zori che del coordinatore di “Partecipazione attiva” Nicola Reale è nipote di primo grado. Conoscere il suo pensiero sarebbe interessante per capire tante cose. O almeno…
Saverio Forte