SUD PONTINO – Un presunto danno erariale di oltre 80 milioni di euro “derivante dalla privatizzazione della Laziomar s.p.a. e dall’affidamento a soggetto privato del servizio pubblico di cabotaggio marittimo di collegamento con le isole dell’Arcipelago Pontino”. A riferirlo è stato il procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio, Andrea Lupi, durante la sua relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario riferendosi a “irregolarità della procedura di privatizzazione della Laziomar s.p.a., il cui capitale (insieme a quello della Caremar s.p.a.) è stato ceduto alla società Compagnia Laziale di Navigazione appartenente ad un gruppo privato, che ha poi sottoscritto con la Regione Lazio il contratto di servizio, in assenza dei requisiti tecnici richiesti per garantire il servizio di trasporto persone e merci dai porti di Anzio e Formia con le isole pontine, nonché alla conclusione di alcune operazioni di compravendita e/o
di noleggio di unità navali, del tutto antieconomiche”.
Sulla vicenda interviene la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Gaia Pernarella che aveva presentato tre interrogazioni: “Non siamo affatto sorpresi di quanto messo nero su bianco dalla Corte dei Conti – osserva Pernarella protagonista di ben tre interrogazioni consiliari nella passata legislatura, nel 2016 e nel 2017 – : fin dall’inizio avevamo chiesto conto del rispetto del contratto di servizio tra Laziomar e Regione Lazio, dei costi sostenuti dall’Ente, oltre dodici milioni di euro l’anno, dello stato delle imbarcazioni utilizzate per il trasporto marittimo con le isole pontine, del fatto che una di queste operasse in realtà nel golfo di Napoli, di vendite e noleggi a nostro parere antieconomici e a cui la Giunta presieduta dal presidente Zingaretti aveva sempre risposto evasivamente. Oggi – prosegue la Consigliera 5 Stelle -, la Procura regionale della Corte dei Conti mette un punto e ci conferma, grazie all’attività di indagine condotta dalla Guardia di Finanza, che il contratto di servizio è stato sottoscritto in assenza dei requisiti tecnici richiesti, con un danno erariale contestato di oltre ottanta milioni di euro e ventidue presunti responsabili. Nulla di nuovo sotto il cielo – conclude Pernarella -: ci auguriamo che gli accertamenti della Magistratura proseguano fino a una sentenza definitiva che permetta di recuperare una parte del danno accertato e, soprattutto, che in futuro si pervenga a soluzioni che non svantaggino ulteriormente chi ha deciso di vivere sulle nostre isole”.