MINTURNO – La conferma, ufficiale, è arrivata dalla relazione di oltre 20 pagine consegnata al sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo: il 25 gennaio scorso in via Antonio Sebastiani a Scauri Cristiano Campanale, di 28 anni, è deceduto per i traumi e le ferite provocate dalla caduta di un palo della segnaletica stradale contro cui ha impattato violentemente la Ford Fiesta condotta ad alta velocità dal 35enne Eduardo Di Caprio. Lo si evince dalle conclusioni cui è giunto il dottor Gabriele Margiotta, il medico legale che, nominato dalla Procura di Cassino, aveva effettuato l’autopsia sul cadavere del ristoratore ucciso volontariamente da Di Caprio perché attendeva da giorni il pagamento di alcune forniture effettuate per due attività di famiglia.
In effetti al termine di un secondo incidente probatorio il dottor Gabriele Margiotta, affiancato dal perito della difesa – il dottor Luca Lepore – aveva, infatti, rinvenuto tracce ematiche e biologiche della vittima sul palo abbattuto dalla Fiesta piombata sul marciapiede dove ad attendere Di Caprio c’erano la vittima e suo fratello Andrea. Per i legali di parte civile, Roberto Palermo e Attilio Di Nardo, il quadro accusatorio non dovrebbe cambiare affatto con la richiesta della difesa di ottenere la derubricazione del reato di omicidio volontario in omicidio preterentenzionale. Elementi in suo favore arrivebbero dalla perizia cinematica svolta per conto dalla Procura dall’ingegner Lucio Pinchera e dall’esame del sistema di video sorveglianza di via Antonio Sebastiani la sera della tragedia: l’utilitaria su cui si trovava a bordo di Caprio, dopo aver percorso un breve rettilineo, ha effettuato improvvisamente una deviazione per scontarsi – come detto – contro il palo poi caduto sul corpo di Campanale.
Intanto la Procura ha nominato un ingegnere informatico di Napoli per stabilire il traffico telefonico intercorso nei giorni antecedenti la tragedia tra l’indagato, la vittima ed il fratello di quest’ultimo – il movente dell’investimento mortale potrebbe scaturire anche dagli sms e dai messaggi inviati attraverso whattsapp – mentre il collegio difensivo di Di Caprio (l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo si è affiancato negli ultimi giorni a Domenico Iaderosa) attende di leggere le motivazioni del Riesame prima di impugnare in Cassazione l’ordinanza di convalida dell’arresto del Gip del Tribunale di Cassino Fabio Montefusco.
Saverio Forte
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