SPERLONGA – Cresce, legittimamente, l’attesa per il particolare sit-in di cui saranno promotori e protagonisti diversi colleghi oggi, lunedì 20 maggio, alle 14, all’interno del Palazzo di Giustizia di Piazza Buozzi a Latina. A quell’ora riprenderà, davanti il Tribunale penale del capoluogo pontino, il processo a carico del sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, dell’ex tecnico comunale Antonio Faiola e del progettista Luca Conte. Sono tutti e tre accusati di lottizzazione abusiva per il famigerato Piano integrato nei confronti del quale ci sarebbe stata la “longa manus” della criminalità organizzata di stampo camorristico.
Nell’udienza di oggi il giudice monocratico Maria Assunta Fosso dovrà decidere se accogliere la richiesta del rappresentante della Procura della Repubblica, il sostituto Procuratore Giuseppe Miliano, di ammettere o meno agli atti del processo un inquietante dossier redatto dai carabinieri del Nucleo Investigativo secondo il quale dietro l’iter per l’approvazione del contestato Piano integrato ci sarebbero interessi, appunto, della criminalità organizzata. “Colpevoli” di aver pubblicato quell’atto di indagine, ritenuto diffamatorio nei confronti del buon nome della cittadina di Sperlonga, il sindaco Cusani ha dato mandato a un legale, con una delibera di giunta, di chiedere i danni in sede civile ai quotidiani “Latina Oggi”, “Il Messaggero”, “Repubblica”, “Il Fatto Quotidiano” e all’associazione antimafia “Antonino Caponnetto” accusati di aver diffuso i contenuti dello stesso dossier.
“Si tratta di un’azione che impiega impropriamente denaro pubblico e una intimidazione nei confronti dei giornalisti alla quale noi di “Stampa Romana” – anticipa il fiduciario della sezione di Latina Gaetano Coppola – vuole rispondere con un presidio in aula così come avvenuto per il processo per le minacce al collega Vittorio Buongiorno. Ci ritroveremo quindi lunedì alle 14, davanti al tribunale di Latina per ribadire, con la nostra presenza in aula, il diritto di svolgere con serenità e senza condizionamenti il nostro lavoro di cronisti”.
Saverio Forte