FORMIA – “Un atleta che ha saputo coniugare un indirizzo di studi impegnativo, come quello della formazione classica, con la passione e la preparazione rigorosa nella propria disciplina sportiva, nell’auspicio che la sua esperienza agonistica e di vita possa servire da testimonianza esemplare per i giovani di oggi e di domani”. Con questa motivazione l’olimpionico dei 200 metri alle Olimpiadi di Roma del 1960 Livio Berruti è tornato a Formia per festeggiare, con qualche giorno di ritardo, i suoi primi 80 anni. Il velocista torinese è stato accolto, come in una tradizionale rimpatriata, dai compagni di quella mitica IIIA che si diplomarono al termine dell’anno scolastico 1957-58, 61 anni fa. Berruti dal freddo Piemonte era arrivato a Formia, nella nascente scuola di preparazione olimpica fortemente voluta dal segretario generale del Coni e sindaco della città Bruno Zauli, per preparare la sua partecipazione ai Giochi della 17° Olimpiade, quella di Roma. Vinse i 200 metri spezzando il dominio statunitense nelle gare di velocità e conquistando, con lo straordinario tempo di 20″5 nei 200 metri, la medaglia d’oro. Prima di allora nessuno sprinter azzurro era riuscito nell’impresa. Era Livio Berruti, classe 1939 il “poliziotto più rapido del mondo” come lo definirono i cronisti di allora.
Berruti sapeva che un giorno avrebbe appeso le scarpette chiodate e per questo motivo decise di studiare e di farlo con tanta generosità e passione coniugando questo impegno con la pratica sportiva. Per questo motivo il dirigente scolastico Pasquale Gionta e gli studenti di quella mitica IIIA di 61 anni fa hanno caparbiamente voluto che Berruti tornasse a Formia per spegnere 80 candeline sulla terza torta che gli è stata preparata in pochi giorni. La prima era stata dell’intera atletica italiana nella sua Torino, la seconda festa gli è stata organizzata dal Capo della Polizia, Prefetto Franco Gabrielli (insieme al gruppo sportivo delle Fiamme Oro, fondato nel 1954 e di cui Berruti faceva parte) in una cerimonia celebrativa che si è tenuta martedì presso il Salone d’Onore del Coni alla presenza del presidente Giovanni Malagò. La terza torta il “poliziotto più rapido del mondo” l’ha tagliata a Formia dove è tornato dopo l’assenza , causata da alcuni motivi di salute, del 4 maggio 2018. In occasione dei festeggiamenti per il 90° anniversario dalla fondazione il liceo classico ‘Vitruvio Pollione’ di Formia incontrò i ‘suoi’ campioni ex allievi, a cui è stata intitolata la palestra dell’istituto.
Ospiti graditissimi furono Giuseppe Gentile, Eddy Jean Paul Ottoz e Simone Poccia ma Livio Berruti diede forfait per i postumi di un incidente stradale di cui fu vittima in pieno centro a Torino. Berruti, campione anche fuori dalle piste e dalle pedane di uno studio, ha voluto mantenere la promessa e l’ha fatto davanti ad un’attenta platea di studenti che presso l’aula magna intitolato a Pietro Ingrao ha ripercorso la sua formidabile carriera e soprattutto “quegli anni formidabili e fondamentali” legati alla sua formazione, scolastica ed umana, presso il liceo di via Divisione Julia. Il preside Gionta ha voluto consegnare al campione olimpico di Roma 1960 una targa su cui è stata incisa una frase in latino di Marco Tullio Cicerone “Gloria Virtutem tamquam umbra sequitur” (La gloria segue la virtù come un’ombra). Berruti la sua infinita gratitudine a Formia l’ha manifestata nell’intervista allegata spiegando come la sua permanenza all’interno del centro di preparazione olimpica gli sia servita (eccome) per vincere tre ori alle Universiadi di Torino, di partecipare anche alle Olimpiadi di Tokyo del 1964, arrivando quinto nei 200 mt e settimo nella staffetta 4×100, e a quelle di Città del Messico del 1968 ma anche di vincere 15 titoli italiani e di essere primatista per ben 6 volte sui 100 metri, sei volte nella staffetta 4×100 ed una nella staffetta 4×200. Una vita quindi costellata di successi e grandi soddisfazioni che potrebbe avere ora un degno erede. Livio Berruti confida nell’atleta del momento dell’atletica azzurra, il neo primatista italiano dei 100 metri delle Fiamme Gialle Filippo Tortu: “E’un campione pulito, generoso, semplice e sempre sorridente. E’ un esempio importante per tanti giovani. Lo sport può essere un mezzo di pace e non di guerra”. E non è un aspetto di poco conto.
INTERVISTA Livio Berruti, campione olimpico 200 metri Roma 1960