FORMIA – Prosegue l’attività di indagine sul territorio della Guardia Costiera finalizzata a perseguire e reprimere l’attività posta in essere dai componenti di una vera e propria organizzazione dedita al fenomeno criminale della pesca di frodo e commercio della specie protetta dattero di mare – Litophaga – litophaga. A seguito di attività investigativa e d’indagine preventiva si è avuto modo di verificare che tre individui originari di Castellammare di Stabia -e conosciuti come recidivi nella pesca di frodo del dattero di mare- partivano dalla “Città delle Acque” per raggiungere il Comune di Formia e, utilizzando una unità da diporto di circa 5 metri con motore fuoribordo ormeggiata in località Torre di Mola, uscivano in mare, per mettere in atto attività di pesca di frodo di dattero di mare presumibilmente lungo il litorale dei Comuni di Gaeta, Formia e Minturno.
La pesca di tale prodotto, da oltre venticinque anni, è vietata poiché provoca alterazioni ai fondali rocciosi con distruzione dell’ambiente marino: solo il trascorrere di decine di anni consente il ripristino del danno ambientale.
La scorsa notte è stata, così, organizzata un’operazione congiunta che ha visto il coinvolgimento di personale militare della Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia e di quella di Gaeta e che ha portato al sequestro di circa cinquanta chilogrammi di datteri di mare. Tale attività di polizia marittima ha richiesto anche un mirato servizio navale di pattugliamento a mezzo di unita navale in servizio di polizia marittima della Guardia Costiera e l’utilizzo di un drone con termocamera per eventuali riprese notturne.
Il personale militare appostato verificava, così, la presenza del natante da diporto che rientrava in navigazione a luci spente, a velocità sostenuta senza alcun segnalamento previsto in pregiudizio di ogni norma e regola della sicurezza della navigazione. Appena giunti all’attracco in banchina, si constatava che un soggetto restava sull’imbarcazione intento a sistemare i Datteri di Mare, a confezionarli, in sacchetti, mentre gli altri due si occupavano di sistemare le attrezzature subacquee nell’autovettura per poi procedere, svestiti della muta da sub, per il viaggio di rientro in direzione Castellammare di Stabia.
Accortosi della presenza dei militari, il soggetto a bordo del natante fuggiva a velocità sostenuta con a bordo l’intero carico di datteri di mare, puntando la prora della propria imbarcazione contro la rotta del mezzo militare della Guardia Costiera, cercando di speronarlo. I datteri di mare venivano gettati in acqua per occultare la prova del reato, ma successivamente venivano recuperati da un sommozzatore su indicazione della Guardia Costiera di Gaeta.
I militari della Guardia Costiera, identificati i pescatori di frodo, provvedevano a deferirli alla Procura della Repubblica di Cassino, competente per territorio, per disastro ambientale, danneggiamento, ricettazione resistenza, violenza a pubblico ufficiale e pesca di frodo di specie protetta. Il prodotto, l’imbarcazione da diporto e l’attrezzatura usata per la pesca di frodo venivano sottoposti a sequestro penale.
I datteri di mare sequestrati, che sul mercato avrebbero avuto un alto valore commerciale, dopo gli accertamenti di rito, sono stati rigettati in mare essendo vietata ogni forma di commercializzazione.
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