FORMIA – Sta facendo discutere il contenuto dell’ordinanza numero 60 del 26 agosto del sindaco di Formia Paola Villa che, a fronte della situazione di degrado e, per certi versi, di abbandono in cui si trovano da anni i tre cimiteri cittadini di Castagneto e nelle frazioni di Maranola e Castellonorato, chiede una chiamata alle armi da parte dei cittadini, insomma dei familiari dei defunti.
La situazione non è più tollerabile a causa della mancanza di mezzi, e soprattutto del personale. Molte cappelle private versano in condizioni precarie di manutenzione, numerose sepolture sono “travolte” da erbacce, piante, cespugli e finanche da piccoli alberi, e i cittadini – secondo il sindaco di Formia – possono, o meglio, devono fare la loro parte. Che la situazione sia giunta a un punto di non ritorno, il sindaco di Formia lo ha accertato nel corso di diversi sopralluoghi presso i tre camposanti cittadini, arrivando alla conclusione: “Si trovano in un evidente stato di abbandono”. Le responsabilità sono del comune e degli addetti impegnati? Il sindaco di Formia la pensa legittimamente in maniera diversa rispetto a una diffusa opinione comune: “Lo stato di abbandono e degrado è connesso all’inosservanza del dovere di regolare manutenzione della sepoltura da parte dei soggetti a ciò obbligati e ritenuto opportuno adottare idonei provvedimenti al fine di rimuovere tali situazioni di incuria che potrebbero comportare pericolo per la pubblica e privata incolumità”.
In effetti a sollecitare l’intervento dei privati è l’articolo 63 del Dpr 285/90 secondo il quale i concessionari “devono mantenere a loro spese, per tutto il tempo della concessione, in buono stato di conservazione i manufatti di loro proprietà”. Mentre nel caso di sepoltura privata abbandonata per incuria, o per morte degli aventi diritto, “il Comune può provvedere alla rimozione dei manufatti pericolanti, previa diffida ai componenti della famiglia del concessionario da farsi, ove occorra, anche per pubbliche affissioni”. Un principio rilanciato dall’articolo 58 – manutenzione, canone annuo, affrancazione – del regolamento comunale di Polizia Mortuaria che, approvato con delibera di Consiglio Comunale nel 1997, stabilisce i doveri del concessionario di sepoltura e dei suoi successori. Ora i cittadini sono stati invitati a pulire le aree in concessione e di provvedere alla manutenzione “rimuovendo situazioni di degrado e cattivo stato di conservazione dei manufatti per evitare pericoli per la pubblica e privata incolumità”.
I destinatari di quest’ordine hanno 30 giorni a disposizione per ripulire uno stato di degrado che ha impiegato decenni per formarsi e trasformare i tre cimiteri cittadini in autentiche savane. I cittadini hanno avuto un altro diktat, quello di utilizzare “con correttezza e diligenza le piccole attrezzature”, come scope e annaffiatoi, evitando di lasciare le stesse abbandonate in mezzo ai viali. Inoltre, i familiari dei defunti o i titolari in vita delle cappelle gentilizie – lo prevede l’ordinanza numero 60/2019 – non possono più accampare scuse: se non rispetteranno il provvedimento del sindaco di Formia, saranno loro a rimborsare le spese sostenute dal settore Opere Pubbliche dell’ente. Insomma, dopo il danno per la perdita di un proprio caro, anche la beffa.
Saverio Forte