FORMIA – Si stanno accorciando i tempi per il passaggio degli organici del Pastificio Paone di Formia alla neonata società “Domenico Paone srl” che il 4 giugno scorso si è aggiudicata il ramo d’azienda dell’omonimo pastificio nella zona industriale di Penitro a Formia nell’ambito del concordato preventivo concesso nel 2015 dal Tribunale di Cassino. Mercoledì prossimo – secondo quanto è trapelato dagli ambienti della sezione civile del palazzo di Giustizia di piazza Labriola – è previsto a Formia un vertice, definito risolutore, per il passaggio degli attuali 30 dipendenti dell’azienda più antica della provincia di Latina nelle file della società acquirente. Si tratta, appunto, della “Domenico Paone srl” che con tre milioni e 840mila euro – duemila euro in più rispetto alla base d’asta contenuta nell’avviso di vendita del 29 aprile scorso – ha assunto la guida e la gestione della rinomata azienda alimentare formiana.
E per incontrare i suoi nuovi dipendenti, l’attuale management dell’azienda, il liquidatore giudiziale Maurizio Taglione e soprattutto i sindacati interni arriverà a Formia l’unico socio ed amministratore unico della “Domenico Paone srl”, il manager italo-argentino Alejandro Octavio Quentin, di 53 anni. Dietro di lui ci sarebbe un fondo finanziario inglese, soprattutto della city londinese, che ha deciso di acquistare le due linee di produzione del pastificio che così, dopo 143 anni, cambia di fatto proprietà. Sarà sciolto, in quest’ottica, il nodo, il più importante, che ha una natura esclusivamente occupazionale. Il nuovo acquirente del pastificio di Formia – come prevede il bando di gara redatto sulla scorta del concordato preventivo del 2015 – è chiamato ora ad assorbire gli interi livelli occupazionali. Superano le trenta unità cui sono state integrate di recente da nuove assunzioni alla luce dell’ottimo rendimento del pastificio di Formia sui mercati internazionali della pasta, quello statunitense, sudamericano e dell’estremo oriente. E mentre in questi giorni si è concluso l’inventario dei beni presenti all’interno dello stabilimento di Penitro, un adempimento a cui hanno partecipato il liquidatore Taglione e ed il commissario giudiziale, l’avvocato Gabriele Biello, la neonata “Domenico Paone srl” sarà chiamata a formalizzare l’atto d’acquisto presso un notaio. Sarà l’ultimo atto di una dolorosa procedura che dovrebbe essere formalizzato tra il 20 ed il 25 settembre prossimo. In quella circostanza Quentin verserà in saldo 3 milioni e 456 mila dopo l’acconto di 284mila euro versati in sede di presentazione della proposta di acquisto.
Il nuovo corso aziendale del pastificio formiano dovrà, tuttavia, interloquire con un’altra società, la “Corex spa” di Battipaglia, che lo scorso aprile si era aggiudicata un’altra vendita prevista dal concordato preventivo, quella dei capannoni del sito produttivo di Penitro, per un importo di due milioni di euro. E’ un acquisto ancora sub-judice per una ragione chiara: il Tar del Lazio sezione di Latina (presidente Antonio Vinciguerra, relatore Valerio Torano), accogliendo integralmente il ricorso promosso dal liquidatore giudiziale (Maurizio Taglione) del pastificio Paone e discusso dall’avvocato Rosalba Genovese, ha detto di no alla delibera del consiglio d’amministrazione del Consorzio di sviluppo industriale, la numero 27 del 25 marzo scorso, con cui era stato avviato il procedimento amministrativo finalizzato all’esproprio dei capannoni del nuovo pastificio alle stesse condizioni economiche, poco più di due milioni di euro, con cui era stata aggiudicata la vendita alla “Corex spa” di Battipaglia. Il Cosind proporrà ricorso al Consiglio di Stato? “All’ente interessa solo la continuità del ciclo produttivo, economico ed occupazionale” – ha tenuto a precisare il direttore amministrativo del consorzio industriale Giampaolo Scalesse. Insomma il ricorso del professor Orazio Abbamonte davanti il secondo grado della magistratura amministrativa è pronto ma il consorzio di sviluppo industriale vuole “attendere”, vuole soprattutto “pazientare” per capire i reali intendimenti dei nuovi acquirenti del pastificio Paone a proseguire l’attuale attività imprenditoriale e, soprattutto, preservare gli attuali livelli occupazionali ereditati dall’ultimo corso aziendale. Se non ci sarà questa chiarezza, parlerà di nuovo le carte bollate, questa volta davanti il consiglio di Stato.
Lo scorso 17 luglio il Tar, di fatto, aveva bloccato, di fatto, l’iter avviato dall’ente di sviluppo industriale del sud-pontino per esercitare il diritto di prelazione secondo quando prevede l’articolo 63 della legge 448/98 e ribadito da alcune sentenze del Consiglio di Stato. Si tratta di una facoltà concessa dal legislatore ai consorzi industriali per riacquistare, unitamente alle aree cedute, anche gli strumenti industriali realizzati in precedenza. Il Consorzio industriale avrebbe dovuto versare la differenza economica tra i contributi economici beneficiati dal pastificio di Formia per la realizzazione del suo nuovo sito produttivo e l’attuale valore di mercato dello stabilimento. L’avvocato Genovese, illustrando il contenuto del suo ricorso, aveva spiegato durante la sua discussione come siano state tre le linee guida della sua iniziativa giudiziale per contrastare questa sorta di diritto di prelazione esercitato dal consorzio industriale. Innanzitutto le aree nella zona industriale di Penitro su cui è stato realizzato dieci anni fa il nuovo pastificio Paone “non sono state cedute dal Consorzio industriale ma sono state acquistate con atti notarili dalla famiglia Paone”, “il nuovo sito produttivo è stato realizzato nel termine di cinque anni dalla cessione dell’area e “la stessa attività industriale del Pastificio Paone non è cessata da più di tre anni”, anzi, al contrario , “è in continuo svolgimento ed incremento.
E non è finita. E’ stata discusso in questi davanti il Tribunale del Riesame di Latina, che si è riservata la decisione, il ricorso avverso il nuovo sequestro penale dello storico pastificio Paone in piazza Risorgimento a Formia. Il 17 luglio – come si ricorderà – lo stesso Tribunale di Latina (presidente Gianluca Soana, giudici a latere Fabio Velardi e Beatrice Bernabei) nella stessa udienza aveva revocato e ripristinato il sequestro dello storico sito industriale con le ipotesi di reato di lottizzazione abusiva e abusivismo edilizio. Per ottenere il primo provvedimento avevano presentato una dettagliata memoria difensiva i legali dell’azienda, gli avvocati Luca Amedeo Melegari e Maurizio Mele, che avevano chiesto di applicare il contenuto di una sentenza del 16 gennaio scorso della Corte di Cassazione: il sequestro richiesto nel marzo 2012 dall’allora Procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e dai sostituti procuratori Olimpia Monaco e Giuseppe Miliano fu di tipo “impeditivo” e non finalizzato ad ottenere la confisca dell’immobile e della sua superficie al patrimonio dello Stato. Il Tribunale di Latina, mentre autorizzava la revoca dei sigilli nei confronti del pastificio formiano, li ripristinava contemporaneamente. Non faceva altro che prendere atto di una richiesta formulata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano secondo il quale il pastificio Paone va sequestrato per essere confiscato nel patrimonio immobiliare pubblico.
Saverio Forte