VENTOTENE – La promessa è significativa: entro una decina di giorni il presidente del consiglio dei Ministri Giuseppe Conte firmerà un decreto con cui sarà scelto e nominato un commissario che, alla stessa stregua della riqualificazione dello stabilimento ex Ilva di Taranto, dovrà coordinare gli interventi per realizzare gli interventi per la messa in sicurezza e recupero del carcere borbonico di Santo Stefano sull’omonimo isolotto. Questa garanzia è stata fornita dal neo Ministro per i beni culturali Dario Franceschini nel corso del lungo e proficuo incontro tenutosi presso una sede del Mibac di via del Collegio Romano a Roma con una delegazione del comune di Ventotene che, formata dal sindaco Gerardo Santomauro, dall’assessore al ramo Francesco Carta e dal consigliere comunale di maggioranza Umberto Matrone, ha invitato il nuovo governo giallo rosso a riprendere, dopo tre anni, l’iter del progetto per il recupero della storica struttura penitenziaria in cui sono stati reclusi alcuni “padri” dell’Italia Repubblicana.
Franceschini era proprio Ministro alla cultura e ai beni culturali quando nel 2016 l’allora premier Matteo Renzi, alla vigilia della storica visita cui partecipò a Ventotene con la cancelleria tedesca Angela Merkel e l’allora presidente francese Francoise Hollande, annunciò lo stanziamento da parte del Cipe di un finanziamento di ben 80 milioni di euro per il recupero del carcere di Santo Stefano. La delegazione dell’amministrazione isolana ha ricordato al Ministro che bisogna ora fare in fretta: quelle risorse se non diventeranno cantierabili entro l’inizio del 2021 potrebbero essere destinate ad altre finalità. Da qui la richiesta di nominare una figura istituzionalmente autorevole che coordini una cabina di regia, un tavolo tecnico, con la società Invitalia, il Demanio, la Regione Lazio, il parlamento europeo ed il neo commissario Europeo per lo sviluppo economico Paolo Gentiloni per sbloccare l’empasse degli ultimi tre anni che fa fatto scattare un autentico allarme al comune di Ventotene.
Naturalmente la scelta di questo “garante” dovrà essere formalizzata dal Mibac – hanno dichiarato il sindaco Santomauro e l’assessore Carta – ma deve essere il governo a definire poteri e ruoli. Il Ministro Franceschini ha recepito un’altra nostra istanza – hanno concluso – La messa in sicurezza del carcere è un’assoluta priorità, non dovrà interferire con la sua destinazione d’uso da definire attorno ad un tavolo scientifico cui noi, come comune,vogliamo naturalmente farvi parte”. Al Ministro, per la curiosità, sono stati donati due libri, naturalmente molto apprezzati, sulla storia, sul piano prettamente architettonico, del carcere di Santo Stefano (la cui pianta ricalca molto quella del teatro San Carlo di Napoli) e della storica locale Filomena Gargiulo su cosa ha rappresentato la seconda isola pontina per la nascita di una nuova idea di federalismo europeo. “Certo che il progetto di Ventotene andrà avanti. Il suo valore simbolico è enorme e qualsiasi difficoltà sarà superata”. Il Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo ha rinnovato le stesse dichiarazioni rilasciate per replicare al leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che dal palco della Leopolda aveva rivolto un appello al titolare del Collegio Romano e al segretario del Pd, Nicola Zingaretti: “Noi abbiamo messo 80 milioni di euro per ristrutturare il carcere di Ventotene, il luogo in cui Spinelli scrisse il manifesto dell’Europa – aveva ricordato Renzi – A loro dico facciamo ripartire il progetto Ventotene, facciamo di quel luogo il luogo dell’Europa, anche da partiti diversi i soldi ci sono già”. Franceschini ha ammesso alcuni ritardi: “Purtroppo nell’ultimo anno il percorso si era inspiegabilmente arenato, ma appena ritornato al ministero ho cercato di capire le difficoltà, ho parlato con il Sindaco, con Zingaretti come Presidente della Regione Lazio, con il Ministro Provenzano e quindi ho proposto con una lettera del 17 ottobre al Presidente del Consiglio la nomina di un commissario per seguire e accelerare l’iter del progetto già finanziato con 70 milioni di euro”.
Intanto il consiglio regionale del Lazio nella sua ultima seduta ha approvato all’unanimità una mozione che impegna il presidente Zingaretti e la giunta regionale ad intervenire sulla vicenda del progetto di recupero del carcere ed eventualmente chiedere una proroga della scadenza del finanziamento. “Occorre evitare che – ha osservato il consigliere regionale pontino di Forza Italia e presidente della commissione sanità alla Pisana, Pino Simeone – gli 80 milioni di euro, finanziati dal Fondo per lo sviluppo e coesione 2014-2020, vadano perduti. Il tempo stringe, dal momento che la scadenza di questi fondi è fissata per il 1 gennaio 2021. Se non saranno impegnati entro quella data, per lavori di consolidamento della struttura, cambieranno destinazione d’uso. La struttura oggi si presenta in uno stato di totale abbandono con edifici pericolanti e anche il semplice approdo all’isola, vietato per il rischio di incolumità pubblica, risulterebbe difficile.”
L’esponente azzurro ha ricordato come nell’ottobre del 2015 sia stato costituito un Tavolo tra Ministero per i beni e le attività culturali, regione Lazio, Agenzia del demanio e comune di Ventotene e nel gennaio del 2016, l’allora premier Renzi, lo stesso ministro Franceschini e il presidente della Regione Lazio Zingaretti annunciarono il piano di recupero. “Nel febbraio 2018 si è svolta l’ultima riunione del tavolo permanente per proseguire l’iter del progetto di recupero e – ha concluso Simeone – da allora non è stato più convocato. Manca poco più di un anno alla scadenza del finanziamento da 80 milioni e serve accelerare i tempi. Dalla Regione Lazio mi aspetto un intervento rapido che favorisca il recupero di un luogo di inestimabile valore architettonico e culturale”.
Saverio Forte