FORMIA – Una polemica, garbata, ha accompagnato l’organizzazione a Formia, in occasione del week-end di una “tre giorni” finalizzata alla commemorazione della Battaglia di Mola del 4 novembre 1860 che storicamente ha anticipato l’assedio di Gaeta del febbraio dell’anno successivo. Lo sforzo è stato delle associazioni “Terraurunca” e “Webprogens che, insieme al centro studi storici archivistici di Formia, hanno promosso un ricco programma di incontri. Il primo è stato l’inaugurazione di una mostra documentale, presso la Torre di Mola, intitolata “La battaglia di Mola”, seguito da un convegno che, ospitata dalla sala Ribaud del Comune di Formia, ha affrontato il tema “La battaglia di Mola e l’Assedio di Gaeta” alla presenza dello scrittore e giornalista Pino Aprile, del Capitano Alessandro Romano e del presidente dell’Istituzione dei “Cavalieri di Santo Stefano di Pisa” Ascani invitato a Formia dall’associazione “Webprogens” per ricordare i 170 anni dell’esilio del Granduca di Toscana Leopoldo II a Formia.
Il programma dell’evento è stato inoltre arricchito dalla celebrazione di una messa di suffragio in memoria dei Caduti della battaglia di Mola officiata presso la Chiesa di San Giovanni e, inoltre, lo scoprimento di una targa in ricordo di “tutti quei formiani che da soldati difesero il Regno delle Due Sicilie in quei tragici 1860/61. Chi avrebbe voluto partecipare a questo momento commemorativo è Ernesto Bonelli, il generale in congedo dei Granatieri di Sardegna che nel 2010 organizzò a Formia il 150° anniversario della Battaglia di Mola di Gaeta.
Bonelli, che di questo storico ordine militare coordina l’archivio, polemizza ora con il presidente dell’associazione “Terraurunca” Daniele Iadicicco ricordandogli lo “spirito diverso” della commemorazione di nove anni fa: “Offrì l’opportunità a tutti, cultori di storia e non, fedeli borbonici ed appassionati di vicende risorgimentali di esprimere il proprio parere su di un periodo storico che, nella nostra “Terra di Lavoro”, tuttora infiamma i cuori. A distanza di tempo dall’evento, al di là dei momenti significativi della celebrazione, l’aspetto che successivamente ha continuato a destare interesse in molti è stata questa formula di dibattito tesa ad approfondire il momento storico. Ricordo, ad esempio, il convegno di Itri nel 2011, voluto anche questo da Daniele Iadicicco, e le celebrazioni l’anno successivo per i 150 anni del Comune di Formia. Nel mio intervento durante quel convegno – ricorda il generale Bonelli – evidenzia l’importanza della battaglia di Mola di Gaeta quale momento, dopo mille anni di separazione, di ricongiungimento dei borghi di Mola e di Castellone con la rinascita del Comune di Formia- Quindi appare essenziale, anche per tramandare verità ai giovani, la ricerca di una dialettica, specie se l’oggetto è una battaglia tra due avversari in campo. D’altronde è implicito che un “oratore che non accetta il contraddittorio, o non è preparato sulla materia o è consapevole di raccontare cose non corrette”.
Bonelli osserva come questa ultima “lezione” gli fu impartita da un personaggio a cui, dopo i primi “scontri dialettici” di quei giorni del 2010, “sono rimasto legato da una sana e simpatica amicizia e collaborazione storica: Mario Piccolino, la cui tragica morte mi ha lasciato un pizzico di tristezza nel cuore. Egli fu il primo che “mi attaccò” sul suo blog dopo la citata conferenza stampa, dando “fuoco alle polveri” che “incendiarono” il dibattito, offrendo, come già detto, comunque a tutti (e furono tanti) di dire la propria. Anche sul saggio sulla battaglia, da me pubblicato e presentato nel corso dell’evento, sono riportate le fasi dello scontro con la versione raccontata da entrambi gli avversari, proprio per consentire la visione dei fatti nel modo più corretto possibile, garantendo così al lettore la possibilità di disporre di tutti gli elementi necessari per formarsi un’idea chiara e dettagliata della situazione sul campo – aggiunge l’alto ufficiale, ora in pensione, dei Granatieri di Sardegna – Qualcuno potrebbe chiedersi quale sia il mio punto di vista. Lo indico con un aneddoto della mia vita. Qualche tempo fa ero schierato con il mio Battaglione Granatieri – Corpo Militare, il più antico del nostro Esercito, che è parte della mia vita ed a cui sono legato da sentimenti di fedeltà e di onore – a Piazza Venezia per una cerimonia. Fui avvicinato dal Presidente di un Istituto che si richiama alla vecchia dinastia reale il quale mi chiese se intendevo essere membro dell’Istituto. Risposi, in tono simpatico ma serio, rifiutandomi per il mio giuramento alla Repubblica ed alla sua Costituzione e poi perchè nel mio intimo batteva un cuore borbonico. Sono di Gaeta. E come diceva il grande Eduardo: “Napoli finisce a Gaeta.” Ma sono anche Granatiere ed Italiano e per me la Bandiera tricolore unisce non divide, specie dopo tanto sangue versato. Inoltre sono un appassionato di storia e della ricerca della verità.”
Il generale Bonelli condivide lo spirito dell’evento organizzato dalle associazioni “Terraurunca” e “Webprogens e dal centro studi storici archivistici di Formia per promuovere il territorio sul piano turistico e culturale ma “mi resta difficile comprendere il perché del “rifiuto a priori” di qualsiasi forma di contraddittorio culturale sugli eventi storici. Il rischio è l’appiattimento del valore di un evento che potrebbe risultare fondamentale per la ricerca della verità storica che, comunque, in questi contesti deve essere sempre perseguita”. Da qui l’augurio a Iadicicco per “un’ottima riuscita della manifestazione” con l’auspicio – conclude – che “nel momento del ricordo nessuno di coloro che, all’ombra di ciascuna Bandiera nel corso della battaglia ha perso la vita, venga dimenticato”.
Saverio Forte
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