Formia / Acqua torbida, due associazioni chiedono ad Acqualatina uno storno in bolletta

Attualità Formia

FORMIA – Acqualatina valuti subito la proposta in base alla quale che le prossime bollette relative ai periodi di mancata fruizione di acqua potabile vengano ricalcolate e rechino un significativo storno per i giorni in cui i soggetti dei Comuni interessati del sud pontino hanno dovuto provvedere autonomamente all’approvvigionamento di acqua potabile. Se ciò non dovesse accadere, l’ente gestore sarà citato in giudizio “per ottenere giustizia” per ridurre i pagamenti delle fatture proporzionalmente ai giorni di mancato utilizzo. La riproposizione del fenomeno della torbidità dell’acqua sul territorio del Golfo hanno motivato due associazioni, “Cittadini per la tutela dei beni comuni di Formia” e “Comunità del Lazio meridionale e delle isole pontine” a dissotterrare l’ascia da guerra nei confronti di Aqualatina.

L’ondata di maltempo di sabato notte ha provocato l’inquinamento delle falde acquifere delle sorgenti di Mazzoccolo a Formia e di Capodacqua a Spigno Saturnia e, di conseguenza, l’acqua erogata nell’intero sud pontino e, più precisamente, nei comuni di Castelforte, Gaeta, Formia, Minturno, Santi Cosma e Damiano e Spigno Saturnia non è utilizzabile per usi domestici e alimentari. “Acqualatina, come sempre, declina ogni responsabilità, in attesa di ricevere soldi, ancora soldi, tanti altri soldi (150 milioni di euro nei prossimi 15 anni per ridurre la dispersione al 35%), questa volta dal Governo e dalla Regione – si legge in una nota congiunta delle associazioni “Cittadini per la tutela dei beni comuni di Formia” e “Comunità del Lazio meridionale e delle isole pontine” – Acqualatina spa ha fatto bene i propri conti, considerando che l’affidamento scadrà nel 2034, potrebbe contare sino alla sua auspicata estinzione, su ulteriori dieci milioni di euro all’anno, per fare ciò per cui è profumatamente remunerata dal 2002, percependo utili spaventosi, grazie alle esose tariffe applicate, recuperando illegittimi e fantasiosi costi pregressi, godendo di adeguamenti tariffari che le consentono introiti pazzeschi che non è dato sapere come vengano spesi!

Già, perché la trasparenza finanziaria e amministrativa di Acqualatina è una chimera per gli utenti, per cui da anni si richiede a più voci un’ispezione amministrativa da parte dei Sindaci dei Comuni dell’Ato 4 che tuttavia, chissà per quali motivi, tarda ad arrivare. I malcapitati utenti, che da anni subiscono la ‘mala gestio’ sul servizio più importante per la vita di ciascuno, sono stufi di dover subire passivamente. Non possiamo utilizzare l’acqua per bere, per cucinare, per fare lavatrici e lavastoviglie, per lavare a terra, per farci le docce? Dobbiamo acquistare acqua a iosa nei supermercati, caricandocela fino alle nostre case? Dobbiamo forzosamente modificare le nostre abitudini igienico-sanitarie? Bene. Allora vogliamo pagare l’acqua per quello che è: cioè “acqua grezza”, limitata ad un solo uso domestico (scaricare i water). Non ci interessano i pretesti climatici (se non piove non abbiamo acqua, se piove ce l’abbiamo marrone). Un gestore in condizione di monopolio deve gestire, deve cioè portare nelle case dei propri clienti sempre acqua per uso umano”.

Le due associazioni sostengono come gli “fenomeni atmosferici di particolare importanza” siano tutt’altro “che infrequenti e, pertanto, sono prevedibili”. Da qui la richiesta all’ente gestore di approntare “a proprie spese e cura, gli accorgimenti necessari a fornire con continuità acqua potabile agli utenti. Se l’attività di impresa è svantaggiosa per lo stesso, può serenamente recedere e lasciare che, finalmente, la popolazione dell’Ato 4 gestisca l’acqua in maniera più civile”.

Saverio Forte