FORMIA – La manifestazione di orientamento – così si chiama nel regolamento del consiglio comunale di Formia – è servita lunedì sera per far scoprire le carte, dopo mesi di inseguimento ed un feroce dibattito dialettico, alla maggioranza civica sul futuro ubicativo di uno dei tre istituti comprensivi della città, il “Vitruvio Pollione”. A presentarla è stata il capogruppo del Partito Democratico Claudio Marciano nell’ambito dell’iniziale discussione, condita dalle immancabili polemiche, contenuta nell’ormai famosa Pec di convocazione del consiglio comunale sottoscritta da tutti e nove i consiglieri di opposizione. Per approvare questa sorta di mozione è stata necessaria una sospensione dei lavori e a mediare con le parti è stato lo stesso presidente d’aula Pasquale Di Gabriele.
In sintesi, grazie ad un finanziamento del Ministero dell’Istruzione di oltre dieci milioni di euro, l’istituto Vitruvio Pollione sarà abbattuto e ricostruito nello stesso rione marinaro di Mola per buona pace della dirigente scolastica Annunziata Marciano (“commenterò questa decisione solo quando avrò e leggerò la delibera”), del corpo docente e delle famiglie degli alunni. Marciano è stato chiaro nelle premesse considerazione “condizione vincolante per la destinazione del finanziamento che entrambe le scuole (anche quella elementare Edmondo De Amicis) restino nel quartiere di Mola”. La seconda parte della mozione ha fatto storcere la bocca alla maggioranza ma, alla fine, è stato accettato di “verificare diverse ipotesi tecniche per rendere compatibile l’intervento edilizio sulle scuole con una complessa riqualificazione degli attuali spazi occupati dall’attuale “Vitruvio Pollione” anche attraverso la futura realizzazione di una piazza o di altri spazi pubblici attrezzati a parco e spazi pubblici aperti”.
In effetti Il Pd da una parte, Forza Italia, la Lega e Formia con te con questa provocatoria ma sostanziale iniziativa hanno fatto uscire allo scoperto la maggioranza che ha lamentato diverse ed importanti assenze. Inizialmente non hanno risposto all’appello in quattro – i consiglieri Fabio Papa, Antonio Capraro, Marco Bianchini e Dario Colella – e la circostanza non è passata inosservata al capogruppo Dem Marciano :”La maggioranza civica è arrivata a questo appuntamento senza avere il numero legale per tenere la seduta e la delibera di Consiglio si è potuta approvare solo grazie al senso di responsabilità delle minoranze”. Il dibattito scaturito è stato un fuoco di fila nei confronti della maggioranza, accusata di non aver deciso quanto doveva, di aver beneficiato il 6 novembre scorso di una proroga da parte della Regione Lazio per rendere cantierabili entro il 31 dicembre 2020 i 10 milioni di euro concessi dal Ministero dell’Istruzione e di aver comunicato soltanto nei giorni scorsi, il 21 novembre, la sua proposta ubicata “ma solo dopo la nostra richiesta di convocare il consiglio comunale”.
Lo scontro è stato durissimo tra il sindaco Villa ed il capogruppo della Lega Antonio Di Rocco e tra quest’ultimo e tra quest’ultimo ed il collega di “Un’altra città”, Gerardo Forte. Tra gli immancabili “bugiardo e provocatore” la sintesi è stata raggiunta nell’intervento conclusivo dell’attento assessore ai Lavori pubblici Pasqualino Forte che, destinatario di non pochi complimenti da parte delle minoranze, ha dichiarato – e l’ha ribadito nell’intervista video allegata – che l’istituto Vitruvio Pollione rimarrà nel rione di Mola, forse sarà costruito alle spalle dell’attuale scuola elementare “Edmondo De Amicis”. Marciano è apparso molto cauto: “Abbiamo stabilito di verificare tutte le ipotesi tecniche – in un piano di fattibilità da realizzarsi entro poche settimane – per evitare l’abbattimento e ricostruzione nell’attuale posizione, e per usare quello spazio per la realizzazione di una grande piazza e di servizi pubblici all’aperto. E’ una posizione che media le varie sensibilità presenti in Consiglio ma afferma due principi presenti nel redigendo Piano Regolatore Generale. Inoltre, dopo nove mesi dall’assegnazione del finanziamento, il Consiglio si esprime finalmente con una posizione vincolante sulla sua governance, dando rassicurazioni alle famiglie e ai docenti della scuola Pollione, affermando il principio che prima di scartare un’ipotesi la si valuta rispetto ai suoi costi e benefici. Valuteremo l’ ipotesi emergente dal progetto definitivo e la sosterremo se davvero è coerente con gli indirizzi esposti nella delibera”.
Ma non sono state tutte rose e fiori. Marciano ha stigmatizzato la “furbizia politica” del presidente d’aula Pasquale Di Gabriele che inizialmente si era attribuito la paternità della mozione corretta e modificata durante una sospensione (“Il consiglio, dopo una discussione, ha deciso…”) e poi ha evidenziato come tra gli assenti ci fosse l’avvocato e presidente della commissione Lavori Pubblici Fabio Papa. Probabilmente problemi di lavoro l’hanno tenuto lontano dal comune di Formia ma il legale quest’estate aveva proposto, in diverse sedute congiunte delle commissione Lavori Pubblici e Urbanistica, di de localizzare l’istituto Pollione ai piedi della frazione collinare di Maranola. Un segnale di insofferenza nei confronti della sua maggioranza che ha deciso diversamente? Sul piano politico ha pesato anche l’assenza del capogruppo di maggioranza di “Formia Vinci” Antonio Capraro che, impegnato a Bologna dove lavora come infermiere professionale, ha fatto sapere di attendere ancora la conclusione dell’annunciato ma complicatissimo rimpasto di Giunta dove pensa di essere rappresentato…
Sono volate scintille quando si trattava di affrontare il secondo argomento chiesto dalle minoranze – la loro rappresentanza era monca dei consiglieri di Forza Italia Eleonora Zangrillo e Pasquale Cardillo Cupo (è rimasto poco in aula consiliare) – quello relativo ad una diversa gestione della riscossione dei tributi. Per seguire la discussione era tornato a far capolinea in consiglio, seduto tra il pubblico, il dimissionario assessore al bilancio Fulvio Spertini ma a far precipitare il tutto è stata la richiesta del capogruppo di “Un’altra città” e presidente della commissione bilancio, Christian Lombardi, relativamente all’inversione dell’ordine del giorno per permettere al consigliere di maggioranza Marco Bianchini di far fronte ad un’urgenza familiare presso l’ospedale Dono Svizzero. Le urla del capogruppo dell’Udc Erasmo Picano hanno messo a prova le orecchia dei numerosi radioascoltatori parlando di un’”autentico atto di furbizia comportamentale e niente più”: “Se non avete i numeri per gestire questo consiglio comunale – ha osservato – prendetene atto e andate a casa!”.
Il capogruppo del Pd Marciano aveva proposto di rinviare l’intera seduta consiliare ma i “falchi” della maggioranza hanno prevalso: si avanti: E così che sono stati approvati all’unanimità dei presenti – le minoranze, attraverso Marciano, avevano per protesta abbandonato l’aula – un ordine del giorno (alla vigilia di un importante vertice in programma giovedì presso il Ministero di Giustizia a Roma) di sostegno all’iniziativa dell’ordine degli avvocati di Cassino per chiedere di aumentare la pianta organica del palazzo di Giustizia di piazza Labriola e alcuni debiti fuori bilancio, argomento per il quale anche lo stesso Marciano decideva di tornasene a casa. La sola maggioranza, a quel punto, provvedeva a rinnovare le proprie rappresentanze nelle varie commissioni consiliari in sede fissa ma la frittata era ormai fatta. “Avendo solo un consigliere come margine per tenere il numero legale, e avendo uno di questi un impellente problema familiare, anziché rinviare la seduta come si sarebbe dovuto fare, si è preferito proseguire, stringendo i tempi della discussione e umiliando così il consiglio comunale stesso. A quel punto continuare – ha commentato Marciano – non aveva più senso. Credo che in futuro simili episodi non debbano più accadere.”
Sarà così? Seduto tra alcuni pochi infreddoliti cittadini c’era anche l’assessore allo sviluppo economico e al turismo Kristian Franzini che tranquillizzava la sua maggioranza se proseguire o meno avendo la disponibilità numerica di 13 consiglieri: “Tranquilli ragazzi – ha gesticolato – con 13 consiglieri Bartolomeo ha governato Formia per cinque anni”.
Saverio Forte