MINTURNO – La Regione e Trenitalia annunciano l’applicazione di un orario di emergenza che impedisce ai lavoratori dei servizi essenziali di recarsi sul posto di lavoro. L’associazione dei pendolari che utilizzano quotidianamente la stazione di Minturno-Scauri avrebbe voluto evitare di promuovere questa polemica nelle fasi più drammatiche dell’emergenza del Coronavirus ma non ha potuto farne a meno di farlo perché “non risulta assolutamente chiara la questione dell’applicazione dell’orario festivo a partire dal 16 marzo”, lunedì.
I pendolari residenti sul territorio più meridionale della provincia di Latina (ma anche in alcuni centri delle confinanti province di Frosinone e Caserta) chiedono un orario che “sia armonizzato con il piano emergenziale”. A chiedere l’intervento della Regione Lazio e di Trenitalia è il portavoce di questa associazione di categoria, Marco Brozzi: “Non è vero che sia stato applicato l’orario festivo bensì un orario specifico che non tiene, però, conto delle problematiche di tutti quei lavoratori che sono, nonostante il blocco delle attività, ancora al lavoro perché impegnati in fabbriche e soprattutto servizi pubblici essenziali e, non ultimi, lavoratori della sanità e forze dell’ordine. Devono raggiungere Roma e le stazioni intermedie ogni giorno e ogni giorno devono ritornare alle proprie abitazioni.
Ci sono buchi enormi ed in particolare la stazione di Minturno Scauri non è raggiungibile al ritorno nel pomeriggio con un buco orario dalle 14.53 alle 19.56 ultimo treno utile, mentre verso Roma c’è un buco dalle ore 11.38 alle ore 20.38”. Minturno serve un bacino di utenza molto ampio di lavoratori dei servizi essenziali che devono recarsi – come detto – sul posto di lavoro. E l’associazione dei pendolari chiede l’intervento della stessa Regione Lazio:” L’assessore ai trasporti Mauro Alessandri – è evidente- che non ha ben valutato e ponderato gli effetti di questa riduzione di orario che non tiene conto delle esigenze dell’utenza. Sarebbe bastato solo una maggiore vicinanza alla utenza e alle istanze di questa per evitare errori cosi madornali.
I pendolari – conclude Brozzi – sono costretti a viaggiare a rischio della propria salute. Non possono restare a casa, in questo momento, quelli che devono assicurare la presenza negli ospedali, negli aeroporti, per ragioni di pubblica sicurezza sanità e settore alimentare”.